Le città più colpite dall’emergenza sanitaria nella scorsa primavera, come Bergamo e Brescia, pagano un alto scotto in termini di perdita di occupazione e anche di fatturato, ma non sono fra quelle che maggiormente risentono dell’impatto economico del Covid: l’effetto Covid suoi centri di media dimensione è stato più evidente a Potenza, Chieti, Campobasso. Zone del Centro e del Sud in cui il contagio Covid è stato meno diffuso, ma che sono più esposte dal punto di vista economico a settori in crisi, come l’automotive. La crisi di liquidità invece registra un numero consistente di città toscane.
I dati sono contenuti in uno studio realizzato da Cerved per l’ANCI (Associazione Comuni Italiani) sulle 93 città italiane di medie dimensioni.
L’impatto del Coronavirus è consistente un po’ ovunque, con perdite di fatturato nel biennio 20-21 tra i 262 e i 344 miliardi di euro (circa la metà del totale nazionale) quest’anno la contrazione sarebbe dell’11,9% considerando uno scenario soft (graduale e costante ripresa dell’economia dal secondo semestre 2020), con un rimbalzo nel 2021 del 10,5% che non riporterebbe però al livello del 2019 (-2,7%). Viene analizzato anche uno scenario hard, di persistenza della situazione emergenziale, in cui la caduta dei ricavi sarebbe maggiore (-16,9%) e con un gap più ampio rispetto al 2019 (-3,9%).
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Le diverse zone del Paese presentano caratteristiche peculiari in base alle quali l’impatto Covid varia notevolmente. Le città che presentano la maggior concentrazione di aziende attive nei settori più colpiti dall’emergenza Covid sono anche quelle in cui le perdite di fatturato sono maggiori.
Nei grafici, le dieci città con il maggior impatto economico sul fatturato 2019/2020 e quelle a maggior concentrazione di settori penalizzati, come l’automotive.
Al contrario, nelle dieci città che invece hanno subito il minor impatto Covid ci sono più imprese e attività nei settori anticiclici, come il farmaceutico e l’alimentare.
La ricaduta sull’occupazione è invece più pesante dove l’emergenza sanitaria è stata più evidente: Bergamo, Brescia, città dell’Emilia Romagna dl Veneto.
Infine, la crisi d liquidità ha colpito in particolar modo la Toscana, con cinque centri urbani in sofferenza, che vanno dal 35% di Prato al 32,7% di Grosseto, passando per Siena (34%), Pistoia (33%) e Livorno (32,8%). Le altre città nella stessa situazione sono Rimini (34,6%), Gorizia (32,8%), Brindisi e Verona (32,7%), Pordenone (32,4%).