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Fisco: allo studio riforma detrazioni IRPEF per redditi medio-alti

di Anna Fabi

30 Settembre 2020 16:32

Ipotesi di riordino agevolazioni fiscali, oltre un tetto di reddito le detrazioni non possono superare il 2%: ecco l'ipotesi di riforma IRPEF allo studio.

Premessa d’obbligo: l’unica certezza, al momento, sono le tempistiche. La riforma fiscale, in base a quanto indicato nelle linee guida del Recovery Plan italiano, verrà messa a punto entro la fine di questo 2021, probabilmente attraverso una legge delega (magari inserita in manovra 2021), e poi nel corso dell’anno prossimo arriveranno i decreti del Governo.

Le ipotesi relative ai diversi interventi allo studio sono, appunto, ipotesi di lavoro, che potrebbero alla fine essere confermate o meno. Detto questo, fra le possibilità di cui si parla ne spunta in questi giorni una nuova, che riguarda la tax expenditure, ovvero il riordino del sistema delle detrazioni fiscali.

Niente tagli lineari delle aliquote, ma un nuovo tetto alle detrazioni in base al reddito. L’ipotesi su cui si lavora è quella di un limite del 2%. In pratica, le aliquote restano invariate, quindi continuano ad applicarsi per esempio le attuali detrazioni al 19%. Ma si introduce un nuovo paletto in base al quale non si possono avere detrazioni fiscali superiori al 2% del proprio reddito.

Questa regola varrebbe solo al di sopra di determinate soglie di reddito: sulla determinazione di queste ultime, circolano diverse ipotesi, si pensa a un minimo che può andare dai 55mila ai 75mila euro. Se, per esempio, si fissasse l’asticella a 55mila euro, un contribuente con questo reddito potrebbe utilizzare in dichiarazione dei redditi un massimo pari a 1100 euro. Nel caso dei 75mila euro, la detrazione massima applicabile salirebbe a 1500 euro. Al di sotto della soglia di reddito che verrebbe prevista (per esempio, 55mila o 75mila euro, in base alle ipotesi sopra considerate), si continuerebbe invece a utilizzare le detrazioni fiscali in base all’attuale meccanismo.

I tecnici dell’esecutivo continuano anche a lavorare su altri fronti, per esempio quella cosiddetta sforbiciata selettiva, che andrebbe a tagliare quindi solo alcune detrazioni e non altre. Sembra del tutto abbandonata invece l’ipotesi del taglio lineare, ovvero dell’abbassamento delle aliquote (si era parlato, per esempio, di portare al 17% le detrazioni attualmente al 19%).

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Come detto, al momento si tratta di ipotesi di lavoro, la riforma fiscale verrà messa a punto nelle linee generali entro la fine dell’anno, e poi ci sarà tempo nel 2021 per i dettagli. Oltre alle tempistiche, si possono identificare fin da subito altri punti fermi: il riordino delle detrazioni fiscali, quale che sarà il meccanismo prescelto, ci sarà. Sembra molto probabile anche la riforma della tassazione per le Partite IVA, sostituendo l’attuale sistema di acconto e saldo con un prelievo mensile, o trimestrale, in base al criterio di cassa (cioè, su quando effettivamente guadagnato).

Il capitolo più delicato, è quello della riforma dell’IRPEF: riduzione delle aliquote, rimodulazione, le ipotesi sono diverse. Il Governo ha più riprese identificato l’obiettivo: ridurre il peso fiscale sui redditi medio bassi.

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Altro punto caldo: come si finanzia la riforma. In parte, ad esempio per l’intervento sulle partite IVA, non si esclude l’utilizzo dei fondi europei. Va in questo senso la vision del direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, esplicitata in audizione alla Camera sul Recovery Fund. Per il taglio delle aliquote IRPEF, invece, non possono essere utilizzati i soldi di Next Generation Ue. L’obiettivo è quello di una riforma che si autofinanzia, anche proseguendo sulla strada della lotta all’evasione.