Nonostante le misure di sostegno pubblico e gli ammortizzatori, le agevolazioni fiscali ed i vari sussidi economico, l’Ufficio Economico di Confesercenti calcola un calo complessivo dei redditi delle famiglie italiane pari ad una media di -1.257 euro entro fine anno.
Analizzando i dati ISTAT, Svimez e SWG, si registrano 32 miliardi di redditi persi, con picchi in alcune regioni ed un generale cambio di rotta nelle finanze private, con una tendenza maggiore al risparmio e tagli alle spese superflue.
A livello territoriale, a subire il crollo di reddito maggiore sono le famiglie dell’Emilia-Romagna (-2.202 euro) e delle Marche (-1.979 euro), seguite da quelle di Piemonte (-1.619 euro) e Valle d’Aosta ( -1.658 euro). Le meno colpite Puglia (-488 euro) e Liguria (-897 euro).
In termini di tipologie di lavoratori, i più colpiti risultano gli autonomi e i dipendenti privati, rispettivamente a -13% e -11%. Le forme di compensazione sono alcuni provvedimenti pre-Covid (Quota 100, Reddito di cittadinanza, aumento pensioni, incrementi contrattuali dipendenti pubblici) e ovviamente quelli post-Covid, ossia Cig, bonus, reddito di emergenza, crediti d’imposta ecc.
=> Consumi: guida alle spese d'autunno
Uno scenario che ha inevitabilmente avuto conseguenze sui consumi interni, in drastico calo, e sulla tendenza al risparmio. I tagli alla spesa nel dopo lockdown si traducono in una flessione pari a -2.304 euro di media, con perdite massime in Valle d’Aosta (-2.915 euro), Veneto (-2.910 euro) e Toscana (-2.820 euro).
“Le misure messe in campo dal Governo fino ad ora hanno evitato il peggio, ma è necessario continuare ad intervenire a sostegno delle imprese e delle famiglie”, commenta Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti.
“Il lockdown è finito, ma la ripresa non è ancora iniziata. L’emorragia di reddito dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati, pur attenuata in quest’ultimo caso dalla Cig, dimostra le persistenti difficoltà delle imprese e, di conseguenza, del mondo del lavoro. È quindi essenziale continuare a sostenere il tessuto produttivo, ottimizzando gli interventi a favore delle imprese e dando loro il tempo necessario per gestire questa fase transitoria. Allo stesso tempo è necessario procedere ad interventi strutturali, affinché la ripartenza dell’economia, di cui si scorgono timidi segnali, cominci a manifestarsi in modo più robusto. L’annunciata e auspicata riforma fiscale e un buon utilizzo delle risorse del Recovery Fund saranno decisivi in questa direzione”.