È un autunno critico quello che attende le PMI della Capitale, alle prese con utili e fatturati più che dimezzati nel 40% dei casi nei primi sei mesi del 2020 e con il calo degli investimenti. Secondo CNA Roma – che ha affidato a SWG l’indagine sugli effetti della pandemia – l’86% delle imprese romane non ha fiducia nel futuro.
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I dati della ricerca parlano chiaro: solo una minoranza delle imprese intervistate ha mantenuto produzione e fatturati sui livelli del 2019, mentre l’80% ha visto una riduzione di tutti gli indicatori fondamentali. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, per un’impresa su cinque si sono rivelati utili per mantenere stabile il numero degli addetti.
Sono le aziende dei servizi e quelle con meno di 10 dipendenti a evidenziare una situazione particolarmente critica, sebbene durante i mesi di lockdown un’impresa su tre abbia sfruttato la situazione per ripensare e riprogrammare le proprie attività grazie anche a nuovi investimenti nei processi di formazione e digitalizzazione.
A tal proposito, il 44% delle aziende non ha promosso alcun investimento nel primo semestre dell’anno in corso e non ha intenzione di avviarne nel secondo: la causa deve essere cercata anche nel peggioramento delle relazioni con le banche sia in termini di tempi di concessione del credito sia di condizioni di accesso nel breve e nel lungo termine.
La fotografia scattata – afferma Michelangelo Melchionno, Presidente della CNA di Roma – mostra una situazione molto complessa, in cui le piccole e medie imprese romane saranno chiamate ad affrontare un’enorme sfida in termini di efficientamento e di riprogettazione organizzativa. Tuttavia, comprendiamo il loro pessimismo perché questo non basterà per i comparti come ad esempio quello della filiera turistico soprattutto nella nostra città che ha nel turismo straniero un elemento trainante dell’economia totale.