Il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria ha spazzato via tante imprese in Italia, soprattutto nelle regioni del Nord.
Tra marzo e maggio scorsi ci sono infatti state 44mila nuove aperture in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Secondo il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, per rilanciare l’Italia è ora necessario portare avanti un preciso programma di ripartenza, articolato in dieci punti chiave:
Si tratta di agire su digitalizzazione e tecnologie 4.0, infrastrutture, semplificazione, giustizia civile e mediazione, internazionalizzazione, turismo, nuove imprese e giovani, sostenibilità, formazione, dotazione finanziaria e irrobustimento organizzativo delle imprese.
Acceleratore sulla digitalizzazione delle imprese e adozione di tecnologie 4.0, secondo Sangalli, sono le primarie leve della ripresa, necessarie a stimolare un incremento di oltre un punto e mezzo di PIL nel breve termine.
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Iscrizioni al Registro Imprese
In Lombardia e Marche le iscrizioni al Registro Imprese tra marzo e maggio 2020 si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre in Toscana ed Emilia-Romagna sono calate di oltre il 47%. In Lazio e Friuli-Venezia Giulia, invece, la battuta d’arresto delle nuove imprese ha superato il 45%.
La Lombardia, inoltre, con un calo di 8.721 imprese rispetto al 2019 ha accusato il blocco maggiore nella diffusione di nuove aziende, seguita dal Lazio con -5.056 nuove iscrizioni e dall’Emilia-Romagna con -3.535 nuove imprese.
In questo scenario, secondo Unioncamere, ridurre gli oneri burocratici e amministrativi a carico delle imprese (in primis gli adempimenti legati all’avvio di una nuova attività e al versamento di imposte e tributi) potrebbe tradursi in ulteriori 2 punti di PIL nel medio periodo.