Terminati gli Stati Generali del Governo per progettare il rilancio economico del Paese dopo la crisi Covid, dalle consultazioni si passa ai numeri. L’Osservatorio sui conti pubblici CPI diretto da Carlo Cottarelli ha infatti provato a tradurre in cifre le proposte avanzate.
Riprendendo in mano il Piano Colao (curato dalla task force per la fase 2) per la ripartenza economica, ad esempio, ci vorrebbero 170 miliardi in cinque anni. In pratica, l’intero tesoretto del Recovery Plan europeo. Peccato che gli obiettivi divergano: i fondi europei del Next Generation EU dovrebbero essere destinati agli investimenti (si tratta pur sempre di aiuti straordinari) mentre nel piano Colao la metà è riservata alle uscite correnti (di norma finanziate con risorse interne).
Il Piano prevede come priorità numero uno gli i interventi dedicati a privati cittadini e famiglie, che in tutto assorbirebbero 56,8 miliardi di euro (34% di quanto previsto per l’intero piano). Il primo anno basterebbero però 1,2 miliardi di euro. Il grosso di questa quota di investimento riguarda misure di welfare e conciliazione lavoro-famiglia, finalizzate a rendere la ripartenza più sostenibile da tutti i punti di vista: asili nido per il 60% dei bambini (dall’attuale 13% pubblico più 11% del privato) , riforma degli incentivi alla genitorialità tramite assegno unico (già previsto dal Governo con il Family Act e quindi già coperto da fondi interni, che tuttavia sarebbero forse raggranellati sfruttando quelli per le detrazioni IRPEF).
Il punto centrale del Piano è tuttavia legato al rilancio di turismo (29%) e infrastrutture (26%): creazione dei poli turistici, riqualificazione dei porti, nuove linee ad alta velocità. Alle misure per imprese e lavoro andrebbe solo il 7% degli investimenti (potenziamento Industria 4.0 ed aiuto ACE, incentivi Export) ma con audaci proposte fiscali a beneficio delle aziende, come le compensazioni fra imposte e crediti fiscali e commerciali.
Quanto di tutto questo convergerà poi nei piani di Conte e nella futura Legge di Bilancio 2021 è ancora presto per saperlo.