Riccardo Maria Monti, presidente del consiglio di amministrazione di Triboo, ha fatto il punto sulla ripartenza in Italia nella delicata fase due dell’emergenza Coronavirus. Ai microfoni di Massimo Maria Amorosini (Ok Italia, parliamone), Monti ha ribadito il ruolo chiave di competenze digitali e apertura al cambiamento come leva strategica per la ripartenza delle PMI, realtà trainante dell’economia del Paese ma purtroppo in tanti casi ancora troppo poco digitalizzate, soprattutto se rapportate alla media europea.
La digitalizzazione, di fatto, è anche uno dei punti chiave del piano per la ripresa anticipato dal premier Giuseppe Conte, anche in ottica di utilizzo efficace delle risorse che potranno arrivare dal Recovery Fund per il post Coronavirus, da tradursi ad esempio in incentivi per stimolare la diffusione dei pagamenti elettronici e dell’identità digitale tra i cittadini, la transizione verso il digitale delle imprese, il rafforzamento delle banche dati pubbliche e la banda larga. Ambiti di intervento tra cui non può mancare la trasformazione digitale, intesa come modernizzazione del Paese e dei suoi processi economici.
Qual è dunque la strada giusta da seguire per svecchiare il Paese, anche sfruttando le risorse per la ripresa post-Covid?
Servizi della PA
Come ricorda Monti, l’Italia è penultima in Europa in base all’indice DESI (Digital Economy and Society Index – Digitalizzazione dell’economia e della società). Il ritardo italiano è a macchia di leopardo (con alcune eccezioni come l’utilizzo dello smartphone) ma sicuramente molto forte in alcuni ambiti, come ad esempio la macchina amministrativa e l’erogazione di servizi pubblici, ancora legati a logiche obsoleta e troppo spesso vincolati alla presenza fisica allo sportello. In questo senso, le risorse e le strategie per la ripresa dalla crisi – anche economica – causata dall’emergenza sanitaria possono trasformarsi in un’opportunità di modernizzazione del Paese, puntando su processi da remoto e sempre più contactless.
PMI online
L’80% delle PMI italiane dichiara di avere un proprio sito web, ma in realtà sono poche quelle che possono vantare siti ottimizzati ed efficaci in termini di presenza online. Pere fortuna, come ricorda Monti, la fase di sensibilizzazione è finalmente superata e adesso siamo pronti al decollo. La drammatica esperienza della pandemia ha forse dato lo slancio che mancava: nelle ultime settimane si è assistito ad un proliferare di iniziative, che vedono protagonisti soprattutto i retailer, ossia il commercio al dettaglio, storicamente il settore più scettico. Obiettivo: farsi vedere e sentire sul mondo digitale, trasferendovi anche i principali processi di business.
Le aziende hanno capito, stanno investendo anche a fronte dell’incertezza del momento. Il cambio di passo può venire quindi proprio dagli incentivi pubblici, finalizzati all’upgade delle imprese in termini di presenza digitale.
E-commerce e Made in Italy
Il Made in Italy è da sempre uno dei punti di forza della nostra economia ed ora bisogna sostenere l’export per rivitalizzare il settore. Anche in questo ambito, la digitalizzazione può offrire una leva preziosa nei processi di internazionalizzazione delle PMI.
Come spiega Monti, basta pensare alle filiere di nicchia, quelle legate a prodotti artigianali, che più di ogni altro possono trarre beneficio dalla presenza su piattaforme digitali, potendo così vendere globalmente anche producendo in piccoli borghi. Non dimentichiamo che quasi il 70% delle attività di e-commerce si svolge sui marketplace (Alibaba Amazon….).
L’Italia paga anche lo scotto di una struttura produttiva fatta di piccole realtà, ecco perché è importante anche promuoverne l’aggregazione. ICE e Ministero degli Esteri stanno dunque enfatizzando le risorse per incentivare sia l’aggregazione delle aziende piccole sui marketplace sia per il setup delle piattaforme digitali. Il problema non è tanti essere presenti su Internet ma farlo in maniera mirata, con attività di digital marketing che centrino il proprio target e che diano continuità allo sforzo compiuto grazie ad un efficace posizionamento sui motori di ricerca grazie a strategie SEO.
Lavoro agile
Il post Covid sta sdoganato strumenti innovativi come lo smart working. L’esperienza della pandemia ha dato conferma che il lavoro da remoto non solo per molte attività è assolutamente alternativo a quello in presenza, ma che queste opzioni sono da preferirsi anche con la riapertura, alla luce delle ottime performance registrate in queste settimane ed anche da evidenze forse inaspettate, come il crollo dell’assenteismo. Come segnalato da Monti, la produttività per molte aziende è cresciuta addirittura dell’8-10%.
L’intervista integrale è disponibile a questo link.