Gli USA sono uno dei Paesi che più di altri è stato colpito dall’emergenza Coronavirus, registrando allo stato attuale il numero più alto di morti al mondo. Il Presidente Donald Trump ha inviato ai governatori degli Stati un documento il 18 pagine intitolato “Opening Up America Again” contenente un piano in tre fasi per riaprire gli Stati Uniti, far ripartire l’economia ferma, come in Italia, Europa e altri Paesi del globo, a causa del lockdown, affrontare la crisi e risollevare il Paese che ora conta decine di milioni di disoccupati.
Le linee guida, non vincolanti, di Trump prevedono una riapertura graduale e ponderata di scuole, negozi e uffici.
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Economia USA in crisi: la ricetta di Trump
Come in tutti i Paesi coinvolti dall’emergenza COVID-19, il lockdown e il blocco delle attività produttive ha generato una situazione economica preoccupante. Negli USA in quattro settimane sono state presentate 22 milioni di nuove richieste di sussidi di disoccupazione. Le stime prevedono che a giugno il tasso di disoccupazione arrivi al 20%. Le vendite hanno subito un calo del -8,7%, la produzione industriale del -5,4%, le principali banche del Paese nel primo trimestre del 2020 hanno praticamente dimezzato i loro utili. Le stime del Fmi parlano di una possibile contrazione del PIL americano nel 2020 il PIL del 5,9%.
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A marzo negli USA si è trovato l’accordo bipartisan per sbloccare fondi per 2 mila miliardi di dollari per stimolare l’economia americana, versando ai cittadini senza lavoro per colpa del virus, in base al redditto, fino a 1200 dollari a testa, più altri 500 per ogni bambino, concedendo prestiti alle piccole imprese per 367 miliardi di dollari e finanziare gli ospedali per 150 miliardi di dollari.
Per salvaguardare i posti di lavoro per gli americani Trump ha annunciato che firmerà un ordine esecutivo per la sospensione temporanea e totale dell’immigrazione negli Stati Uniti.
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Per Trump, nonostante l’emergenza Coronavirus negli USA sia ancora importante, il lockdown nazionale, prolungato per il momento fino al 15 maggio, non è una soluzione sostenibile nel lungo periodo. Bisogna iniziare a riaprire, non appena i dati mostreranno i primi segnali di miglioramento, in modo graduale, sulla base di tre fasi distanziate l’una dall’altra di almeno 14 giorni:
- fase 1: restano chiusi bar e scuole; riaprono, ristoranti, teatri, cinema, stadi, palestre e luoghi di culto, a patto di rispettare opportuni protocolli di sicurezza; le persone dovranno continuare a rispettare le misure di distanziamento sociale nei luoghi pubblici, evitare raduni di oltre 10 persone e, quando possibile ricorrere allo smart working; rimane il divieto assoluto di viaggiare;
- fare 2: riaprono le scuole e si può viaggiare, anche per motivi non essenziali; riaprono i bar con opportune limitazioni; i raduni devono essere limitati a massimo 50 persone;
- fase 3: il ritorno alla nuova normalità, con tutte le attività che riaprono ma sempre con le antenne puntate ad identificare e isolare nuovi possibili casi di contagio.
I vari governatori potranno aderire al piano di Trump su base volontaria. In caso di adesione, la decisione di passare da una fase all’altra dovrà essere sostenuta da una riduzione del numero di casi di Coronavirus. Vengono poi previsti un aumento dei tamponi, l’applicazione di contact tracing e misure di distanziamento sociale.