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Maxi-piano BCE ed UE contro la crisi e in favore delle PMI

di Anna Fabi

Pubblicato 19 Marzo 2020
Aggiornato 2 Febbraio 2021 22:23

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Maxi piano BCE per fronteggiare il Coronavirus (750 miliardi nel 2020, acquisti flessibili anti-spread), in vista 500mila euro alle imprese dalla Commissione UE.

Un piano di acquisti di titoli da 750 miliardi di euro da parte della Banca Centrale Europea, che proseguirà per tutto il 2020, che si aggiungono a quelli precedentemente disposti (i 120 miliardi della scorsa settimana e il Quantitative Easing), formando un pacchetto che supera i mille miliardi di euro. Non solo: gli acquisti saranno “flessibili” rispetto alle regole precedenti del QE quindi, par di capire, salvaguarderanno lo spread. Riguarderanno anche i titoli greci.

«Situazioni straordinarie richiedono azioni straordinarie» ha dicarato la presidente della BCE, Christine Lagarde: «non ci sono limiti al nostro impegno per sostenere l’euro. Siamo determinati a usare tutti gli strumenti a disposizioni nel loro pieno potenziale».

Parole che, come sottolineano tutti, si muovono decisamente nel solco del “whatever it takes” pronunciato, anni or sono, dal precedessore di Christine Lagarde, Mario Draghi, ai tempi della crisi del debito.

In parole semplici, la BCE ha intrapreso una precisa strategia: difendere l’euro, a tutti i costi. Semplificando molto, si potrebbe dire che Francoforte ha spiegato forte e chiaro ai mercati che l’Europa ha una banca centrale.

Lo strumento si chiama Pepp, Pandemic Emergency Purchase Programme, piano di acquisti straordinario per affrontare la pandemia.  La BCE può acquistare tutti i titoli già inseriti nelle precedenti operazioni di QE e non solo. Vengono inseriti i titoli di stato greci, nuove tipologie di bond emessi da privati diversi dalle banche (non financial commercial paper). Viene rafforzato il collaterale per favorire i prestiti alle imprese.

Il comunicato ufficiale sottolinea che resta la regola del “capital key of the national central banks“, in base alla quale l’istituto centrale può acquistare titoli in proporzione al capitale delle singole banche centrali degli stati membri. Ma (“at the same time”), gli acquisti del Pepp saranno effettuati “in modo flessibile“.

E’ un passaggio molto importante, perché sembra indicare la volontà di selezionare gli acquisti in base alla situazione. Diciamo, un passo avanti rispetto al Quantitative Easing, che diventa appunto più flessibile.

Sicuramente, una marcia indietro in piena regola rispetto alla frase della scorsa settimana dalla stessa banchiera centrale europea, Christine Lagarde, sul fatto che non è compito della BCE ridurre gli spread. Anzi, una strategia che (par di capire) va esattamente nella direzione contraria: la BCE segue da vicino le fluttuazione degli spread (il differenziale fra il titolo di stato decennale tedesco e quelli analoghi degli altri paesi) e agisce di conseguenza.

Molti commentatori paragonano la misura a una dichiarazione di guerra della banca centrale all’emergenza economica provocato dal Coronavirus. Anche qui, con una estrema semplificazione, il segnale è: chi specula contro i paesi dell’euro, combatterà contro una banca centrale.

Il Pepp terminerà quando terminerà l’emergenza Coronavirus, in ogni caso non prima della fine del 2020. Quindi, come detto, l’orizzonte temporale del Pepp è fine anno.

La BCE comunica anche di esser pronta, dove necessario, a incrementare il piano di acquisti o ad allungarlo, esplorando tutte le opzioni possibili per sostenere l’economia. Obiettivo dichiarato: sostenere tutti i cittadini dell’Eurozona in questo momento particolarmente delicato, e assicurare supporto finanziario a tutti i settori dell’economia.

La prima reazione dello spread è stata positiva (il 18 marzo aveva raggiunto 326 punti base, per aprire il giorno dopo intorno a 200). In realtà, per capire l’impatto effettivo bisogna aspettare le prossime settimane.

Sul fonte della reazioni, segnaliamo il plauso del premier, Giuseppe Conte:

«l’Europa batte un colpo! Forte, sonoro, adeguato alla gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando e dello shock economico che ne consegue. Bene la BCE».

Intanto anche l’Europa politica prepara un bazooka contro il Coronavirus. La CommissioneEuropea, che ha già concesso flessibilità di Bilancio agli Stati, sta predisponendo un piano straordinario di aiuti. I dettagli si conosceranno nelle prossime ore: anticipazioni di stampa parlano, fra le altre cose, di una sorta di sospensione delle attuali regole sugli aiuti di Stato, con la conseguente possibilità di finanziare le imprese. Si parla di finanziamenti fino da 500mila euro a imprese, garanzie sui prestiti, tassi agevolati. Un vero e proprio Helicopter money, insomma, con un occhio di riguardo alle PMI. In generale, il piano è orientato a iniettare liquidità nell’economia reale (non alle banche), e la vicepresidente Margrethe Vestager, ha sottolineato che le banche dovranno «incanalare gli aiuti ai clienti finali, in particolare le piccole e medie imprese».