I conti dell’Italia sono e restano solidi, non ci sono rischi per gli equilibri della finanza pubblica, ma certo verranno usati tutti gli spazi di flessibilità possibile per far fronte all’emergenza. E’ sostanzialmente questa la posizione espressa dal ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri, impegnato insieme a tutto l’esecutivo nel far fronte all’emergenza coronavirus.
In pratica, l’orientamente del Govrno è quello di «usare gli spazi di flessibilità» concessi dal Bilancio Ue. Ma l’importante è monitorare correttamente la situazione, seguirne da vicino gli sviluppi in modo da affrontarla in modo incisivo anche dal punto di vista economico.
Il Governo, lo ricordiamo, fino a questo momento ha pubblicato due decreti che istituiscono le zone rosse, nelle quali sono sospesi gli adempimenti tributari, stimolano lo smart working, e forniscono una serie di altre indicazioni utili alle imprese. In vista, però, ci sono altri provvedimenti, con misure ad hoc a favore delle imprese che devono far fronte in questi giorni a un calo del fatturato determinato dalla situazione eccezionale legata al coronavirus e dei lavoratori.
In un’intervista al Messaggero Gualtieri assicura: «la finanza pubblica italiana è in un buona salute, disponiamo di qualche margine di intervento», e comunque «il patto di stabilità prevede l’adattamento al ciclo economico e la possibilità di far fronte a eventi eccezionali». Come detto, si tratta di utilizzare gli elementi di flessibilità esistenti, anche sul fronte europeo, e di valutare con precisione la situazione.
Quest’ultimo passaggio non è semplicissimo. «Se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo – sottolinea il ministro – è che in questo momento è impossibile fare stime precise, perché per avere una stima bisognerebbe sapere qual è l’evoluzione del virus, e se come auspichiamo le misure di contenimento saranno efficaci e quanto tempo ci vorrà per debellarlo. Dare i numeri non è ciò che serve. Noi siamo pronti a usare gli spazi di flessibilità».
Sull’impatto sulla crescita, e la complessità di misurarlo, il dibattito è ampio. Italo Colantone, dipartimento di Scienze sociali e politiche Università Bocconi, sottolinea che oltre agli apsetti più evidenti (chiusura negozi, stop al turismo), ci sono anche una serie di aspetti più nascosti, «legati al modo in cui le imprese organizzano le loro attività produttive in un’economia globalizzata come la nostra». E qui è importante il concetto di «catene globali del valore», ovvero la messa in relazione di processi produttivi che avvengono in diversi paesi del mondo che portano poi a un prodotto finito. Ad esempio, in un’automobile Made in Italy ci sono componenti italiane ma anche del resto del modo, così come c’è un ruolo per i servizi che vengono forniti dal resto del mondo.
L’implicazione di questo meccanismo è che se si ferma una fabbrica in Cina, o un intero settore o una regione, come è capitato, le conseguenze vengono avvertite in altri paesi. Attenzione: «si stima oggi che il 94% delle maggiori imprese americane potrebbe subire dei ritardi nelle prossime settimane». Infine, «c’è un ulteriore elemento di incertezza che gioca un ruolo determinante», legato alle catene dei fornitori. In generale, «i processi sono così complessi che prevedere le ricadute è difficile», con tutte le conseguenze che ne derivano sul fronte di investimenti e crescita.
Il ministro Gualtieri in ogni caso sottolinea che il Governo sta predisponendo un pacchetto di misure aggiuntive per la crescita. Ci saranno norme per rilanciare il turismo e gli altri settori maggiormente colpiti dall’emergenza di questi giorni, un’estensione e un finanziamento della cassa integrazione molto significativo, e «strumenti più generali di rilancio dell’economia per accelerare gli investimenti delle imprese in infrastrutture».
Anche le istituzioni regionali, e le parti sociali sono impegnate nella messa a punto di misure per fronteggiare la situazione. Segnaliamo che la Regione Piemonte annuncia di aver aperto un confronto con l’ABI, associazione banche italiane, e con le associazioni imprenditoriali, per arrivare a una moratoria sui mutui delle aziende colpite e a uno stanziamento di un milione di euro per l’economia piemontese.