Tensione ai vertici sui numeri della Legge di Bilancio 2020: a poche ore dalla presentazione in CdM del Documento Programmatico di Bilancio (da inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre) e del Decreto Fiscale, si discute ancora di misure e coperture. In particolare, di taglio del cuneo fiscale e Quota 100.
Il presidente Conte e il ministro Gualtieri hanno incontrato Franceschini, Speranza e Bellanova. in un lungo vertice notturno tra Ciquestelle e Italia Viva ha visto la maggioranza di governo dibattere ancora sui numeri della manovra, attesa all’esame del Consiglio dei Ministri.
Il Governo pensa di incrementare fino a 3 miliardi lo stanziamento per ridurre da luglio 2020 il costo del lavoro a carico dei dipendenti in busta paga (dal 2021 anche per le imprese).
La misura si accompagnerebbe ad un pacchetto famiglia, in cui rientra di sicuro l’asilo nido gratuito per le fasce deboli, da capire se anche l’abolizione del super-ticket in sanità (rimandato invece l’assegno unico per i figli).
Sul fronte pensioni c’è la seconda novità: dopo aver dichiarato l’intento di far giungere Quota 100 a naturale scadenza (ipotesi sostenuta dal M5S), spunta ora l’idea di abolizione dal 2020 di questa formula di flessibilità in uscita, su proposta di Italia viva (la nuova formazione politica di Matteo Renzi).
=> Quota 92 alternativa a Quota 100: la proposta
Questo permetterebbe di raggranellare circa 8 miliardi e rimpinguare i numeri (scarsi) di una manovra che al momento vale 29 miliardi, di cui 23 destinati a disinnescare le clausole per l’aumento IVA. Di fatto, mancherebbero all’appello almeno 5 miliardi, e toccando le risorse di Quota 100 si finanzierebbe la manovra senza il rischio di bocciature UE.
La tensione è forte. Il ministro Nunzia Catalfo “Quota 100 non si tocca”. La soluzione intermedia potrebbe essere quella di intervenire sulle finestre d’uscita, dilazionando le decorrenze.
Ora, dopo la maturazione del requisito, per la decorrenza della pensione con Quota 100 bisogna aspettare 3 mesi nel settore privato e 6 mesi nel pubblico impiego. Con la proposta di dilazionare le finestre si pensa di passare, rispettivamente, a 6 e a 9 mesi. Facendo slittare al 2021 una parte delle pensioni, si stima di risparmiare circa 600 milioni, arrivando l’anno dopo ad un miliardo.
Quale che sarà la scelta, abolizione subito o dal 2021 con uscite rallentate, si dovrà pensare ad un meccanismo che impedisca il brusco scalone tra chi potrà andare in pensione agevolata e chi no: si tratta di un salto di ben 5 anni in più di requisito anagrafico. Ma non se ne parlerà prima del prossimo anno.