Aumenta il reddito disponibile, migliora il rapporto deficit/PIL e si registra il dato semestrale migliore da quasi 20 anni, ma il risultato per il contribuente resta sempre quello: aumentano le tasse.
In base ai dati ISTAT sui conti della Pubblica Amministrazione relativi al secondo trimestre 2019, è sceso l’indebitamento netto delle PA (1,1% del PIL dal precedente 1,3% del confronto 2018), aumenta il reddito per le famiglie (+0,9% sul trimestre precedente).
Ma è salita anche la pressione fiscale, che si è attestata al 40,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’intero primo semestre è al 38,6%, in rialzo di 0,5 punti.
Un dato relativo alle imprese: la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 40,7%, è diminuita di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
In definitiva, il quadro generale dei dati vede il deficit/PIL in calo rispetto al corrispondente trimestre del 2018, «grazie a una dinamica delle uscite meno accentuata di quella delle entrate», mentre «il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il calo della seconda parte dello scorso anno, un progressivo recupero, che grazie alla dinamica quasi nulla dei prezzi al consumo, si è trasferito in crescita del potere d’acquisto, con un’accelerazione nel secondo trimestre».
«La risalita del reddito si è tradotta solo in parte in maggiori consumi, mentre è aumentata la propensione al risparmio».
In base ai dati, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.