Il Governo Conte si prepara ad emanare la nuova manovra 2020 e già sono diversi i punti che fanno discutere. Tra questi, la norma che prevede per chi assume collaboratori domestici di diventare sostituto di imposta. Ma anche l’annunciata riforma dei ticket sanitari anticipata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, con lo slogan “chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno”.
Riforma dei ticket
Per il premier Giuseppe Conte, la rimodulazione proposta da Speranza non ci sarà, almeno non nel breve termine. Il progetto non avrà un arco temporale breve, si parla di mesi o forse anni.
Il capitolo ticket è programmato, ma non domattina. Il nostro progetto non scade a dicembre ma è da attuare nel corso della legislatura.
Insomma, Conte prende tempo ma la riforma dei ticket sanitari ci sarà.
Con la prossima manovra 2020, si partirà probabilmente con la cancellazione del super-ticket, per poi ragionare con calma su come attuare la vera e propria riforma, finalizzata a introdurre una compartecipazione dei privati nella spesa sanitaria pubblica (e visite e diagnostica) maggior proporzionalità tra costo del ticket e reddito percepito.
Lavoro domestico
Intanto c’è un altro punto della Manovra che sta scatenando non poche polemiche: l’ipotesi che i datori di lavoro domestico possano diventare sostituti di imposta con l’obiettivo di combattere il sommerso. A lanciare l’allarme è l’associazione che riunisce colf e badanti, Assindatcolf:
Non si faccia cassa sulle famiglie.
Se la norma anti-evasione dovesse essere attuata, i privati che assumono colf e badanti domestici si troverebbero a dover versare non solo i contributi ma anche IRPEF e addizionali. Questo comporterebbe un aggravio di adempimenti (e di spese), che invece di combattere il sommerso finirebbe solo per alimentare il lavoro nero.
Molte famiglie sarebbero costrette ad avvalersi di consulenti del lavoro e professionisti abilitati per la gestione di oneri aggiuntivi quali l’elaborazione di una busta paga comprensiva anche del calcolo delle imposte dovute, del modello F24 mensile, della CU annuale e dell’invio del modello 770 alle Entrate.
=> Colf e badanti in Dichiarazione Redditi
La proposta dell’associazione, per fare emergere fiscalmente il lavoro domestico, è di introdurre piuttosto delle agevolazioni per le famiglie: una deduzione che, come per il costo del lavoro aziendale, li spinga a dichiarare colf, badanti, giardinieri, governanti, babysitter e così via.