Commercio internazionale, internazionalizzazione del sistema Paese, promozione del Made in Italy diventano competenze del ministero degli Esteri: lo ha stabilito il consiglio dei ministri del 19 settembre, nell’ambito del piano di riordino delle competenze ai ministeri appena insediati.
In pratica, passano alla Farnesina una serie di competenze relative all’internazionalizzazione del sistema Italia che precedentemente erano del ministero dello Sviluppo economico.
Il riordino, chiarisce il ministero degli Esteri, «comporterà, tra l’altro, l’esercizio diretto della vigilanza su ICE-Agenzia da parte della Farnesina, d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico».
In termini pratici, significa che in materia di commercio estero, di Made in Italy e di politiche legate all’internazionalizzazione il referente per le imprese, e per le associazioni che le rappresentano, diventa il ministero degli Esteri.
«La diplomazia economica sarà sempre più al cuore della nostra politica estera e della proiezione internazionale dell’Italia», spiega la Farnesina, secondo cui la riforma ha i seguenti vantaggi: viene unificata la visione strategica del sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano e la definizione a livello nazionale delle strategie di politica commerciale, permettendo così una migliore tutela dell’interesse nazionale sui mercati esteri.
Piattaforma unica per l’internazionalizzazione, con una maggiore integrazione delle 128 Ambasciate e degli 80 Consolati con i 78 Uffici all’estero dell’Agenzia ICE.
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Il ministro Luigi Di Maio sottolinea l’obiettivo di puntare maggiormente sulla “reputazione eccellente” delle imprese italiane all’estero, soprattutto in relazione al Made in Italy, ricorda alcuni segmenti che esprimono leadership di mercato, come l’enogastronomia, la meccanica, la farmaceutica, sostiene la politica per rafforzare le esportazioni, motore della crescita italiana.
E affronta in particolare il tema delle imprese del Sud, da cui arriva solo il 10% dell’export Made in Italy. Una percentuale troppo bassa rispetto a un territorio ricco di risorse, che il Governo punta a stimolare attraverso iniziative di formazione e incentivi all’internazionalizzazione delle imprese del sud.