Si delineano le mosse di riforma fiscale che il Governo intende inserire nella manovra 2020, anche in vista dell’appuntamento fondamentale del 27 settembre con presentazione del Def, il documento di economia e finanza. Perché il punto sono le risorse, nell’ambito di una manovra che deve di partenza trovare 23 miliardi per disinnescare gli aumenti IVA.
In ogni caso, l’Esecutivo ha già fatto alcune anticipazioni: ci saranno l’unificazione IMU TASI, un taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, l’anticipazione della deducibilità totale IMU capannoni cara alle PMI, una revisione delle agevolazioni fiscali, tax expenditure.
Nei piani, ma forse non di immediata attuazione, la semplificazione delle aliquote IRPEF.
Vediamo con precisione come si articolano i provvedimenti attesi in manovra 2020.
Il punto di partenza sono le risorse per evitare l’aumento IVA previsto dalle clausole di salvaguardia dello scorso anno. Si tratta di 23 miliardi di risorse da individuare. Un pacchetto a cui si possono aggiungere 7 miliardi di spese indifferibili, e si arriva a 30 miliardi. Aggiungendo anche le riforme in cantiere, si arriva a una manovra intorno i 35 miliardi.
Sarà fondamentale conoscere i numeri del DEF, per valutare l’impatto della crescita, e per capire se e quanto il Governo intende finanziare la manovra a deficit. L’Italia chiede all’Europa una sorta di flessibilità selettiva, consentendo di investire in un Green New Deal senza impattare sul deficit.
In ogni caso, ci sono misure già annunciate in vista della manovra 2020:
- Niente aumento IVA: come detto, verranno congelate le clausole di salvaguardia evitando l’aumento IVA dal prossimo mese di gennaio. Costo dell’operazione: 23 miliardi.
- accorpamento IMU-TASI: è sostanzialmente una misura di semplificazione, a fronte dell’estrema complessità raggiunta dall’attuale sistema IMU TASI (fra maggiorazioni, aliquote, casi particolari). Uno sfoltimento di regole, che dovrebbe anche avere l’obiettivo di ridurre il tax gap che sulle imposta sulla casa è intorno ai 5 miliardi annui.
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- Taglio agevolazioni fiscali: in vista, un riordino delle agevolazioni il cui impatto è uno dei dati maggiormente attesi. Ci dovrebbe già essere un risparmio di 2 miliardi all’anno nel decreto Ambiente in preparazione, che taglia del 10% annuo una serie di agevolazioni definite sussidi dannosi per l’ambiente. Bisogna capire se queste cifre verranno confermate, e quali eventuali altre misure sono previste sul fronte tax expenditure. In ogni caso, dal capitolo risparmi, sommando spending review e tax expenditure, si attendono 5 – 6 miliardi.
- Taglio cuneo fiscale: è nel programma di Governo, va esclusivamente a favore dei lavoratori, è stato ribadito anche nel corso dell’incontro del 18 settembre fra Govrno e sindacati a Palazzo Chigi in vista della legge di Bilancio e del Def.
- IMU capannoni deducibile: attualmente la legge, dopo gli interventi contenuti nel decreto crescita, prevede che la deducibilità integrale dell’IMU capannoni arrivi nel 2023. Il vice ministro all’Economia Antonio Misiani ha annunciato, davanti agli imprenditori della CNA, l’impegno dell’esecutivo ad anticipare l’agevolazione al 100%.
- Riforma aliquote IRPEF: è nel programma di Governo, ma non sembra di imminente attuazione. Anche in considerazione del nodo risorse, è probabile che questo capitolo venga affrontato nei prossimi anni.
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- Stop Flat Tax: non ci saranno nuove misure di flat tax. A questa certezza, di sommano due punti interrogativi relativi alla legislazione in essere, che prevede già la flat tax al 15% per le partite IVA fino a 65mila euro che scelgono il regime forfettario, operativa dal 2019. E, dal 2020, il debutto di una flat tax al 20% fra i 65mila e i 100mila euro, sempre riservata alle partita IVA (senza però la contestuale applicazione del regime forfettario). Su quest’ultima misura, non si esclude una frenata da parte dell’esecutivo.
Questo a grandi linee l’attuale quadro delle misure fiscali in cantiere.
Le prime certezze si avranno il 27 settembre, quando il Governo presenterà il Documento di economia e finanza, che conterrà le stime precise di crescita, e la quantificazione del deficit, fondamentale per il rispetto del patto di stabilità comunitario.