Il programma fiscale del nuovo Governo non prevede più la flat tax ma deve tener presente che alcune formule di tassazione piatta sono già in vigore ed altre sono previste per legge anche se non ancora operative: i lavoratori autonomi con ricavi fino a 65mila euro possono scegliere il regime forfettario che prevede la tassa piatta al 15%; dal 2020 la manovra 2019 ne ha introdotto un’altra al 20% per le Partite IVA che fatturano da 65mila a 100mila euro.
Il ruolo della UE
Il condizionale è motivato dal fatto che la flat tax 2020 necessita del via libera della Commissione Ue, così come per la prosecuzione dell’attuale regime al 15%, su cui c’è soltanto un disco vede provvisorio fino al 31 dicembre 2019. In entrambi i casi, l’intervento di Bruxelles è obbligatorio in quanto serve la deroga rispetto alla direttiva comunitaria sull’IVA.
Cosa pensa il Governo
L’orientamento del Governo in questo senso è chiaro, ribadito dallo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: niente più flat tax. «non la faremo mai» dichiara, definendo la misura «ingiusta, sbagliata, insostenibile e incostituzionale perché violava la progressività, oltretutto alla base del modello sociale europeo insieme al welfare».
Cosa prevede di fare
Il programma fiscale del governo Conte bis prevede una riforma da plasmare su due o tre anni: «la sfida è avviare una riduzione della pressione fiscale con un orizzonte di intervento sui tre anni» ha spiegato Gualtieri. La riforma consisterà in una revisione delle aliquote IRPEF e delle agevolazioni fiscali. Quest’ultima operazione potrebbe partire già con la prossima manovra 2020.
Cosa dice la legge oggi
Il punto è che bisogna fare i conti con il doppio binario esistente in base all’attuale legislazione: flat tax al 15% fino a 65mila euro almeno fino a dicembre; flat tax al 20% da 65mila a 100mila euro dal primo gennaio 2020. Quest’ultimo provvedimento è più facile da eliminare perché non ancora entrato in vigore, basterebbe intervenire con la prossima manovra o un decreto fiscale collegato.
La flat tax al 15% prevista dal regime forfettario, invece, è già applicata da un anno e rischia di restare un elemento poco coerente con il quadro di riforma fiscale che si va delineando. Ma non ci sono, al momento, elementi certi sugli orientamenti del Governo in materia.
Altro capitolo caldo sul fronte fiscale: gli 80 euro in busta paga del bonus Renzi. Il Governo è intenzionato a confermarli e anzi si parla di un possibile potenziamento della platea. A favore dei lavoratori dipendenti, si sposa con il taglio del cuneo fiscale annunciato dal premier Conte in sede di presentazione del programma alla Camere.