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DEF e Legge di Bilancio: prossime tappe

di Anna Fabi

17 Settembre 2019 12:52

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Dovrà procedere ad un ritmo serrato il Governo per rispettare le scadenze che porteranno fino alla definizione della nuova manovra 2020: gli step.

Entra nel vivo il lavoro del nuovo Esecutivo M5S-Pd, il cosiddetto Governo Conte bis è ora chiamato ad emanare la nuova Legge di Bilancio per il 2020, con la quale dovrà scongiurare l’arrivo di una nuova crisi economica, ma anche sterilizzare, come promesso, l’aumento dell’IVA e andare a ridurre la pressione fiscale, il tutto senza gravare sul deficit già alle stelle.

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Verso la Legge di Bilancio: gli step

Tra i primi step di questo difficile percorso c’è la nota di aggiornamento del DEF, da presentare entro il 27 settembre. A seguire, entro il 15 ottobre, il progetto di documento programmatico di bilancio (Dpb) dovrà essere sottoposto all’attenzione della Commissione UE.

Quindi, entro il 20 ottobre, il governo dovrà presentare alle Camere il disegno di Legge di Bilancio. Da qui prenderà il via il vero e proprio iter parlamentare che porterà alla versione definitiva della manovra 2020 entro il 31 dicembre.

=> Conte bis e Manovra 2020: tutte le misure in arrivo

Manovra 2020: gli impegni del Governo

Per portare a termine tutti gli impegni presi per questa manovra finanziaria, il Governo avrà bisogno di almeno 26-27 miliardi di euro. Ricordiamo che per prima cosa il Governo Conte Bis ha promesso la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia IVA che da sola ha un costo di 23,1 miliardi per il 2019.

Tra i protagonisti dei prossimi mesi ci sarà il neo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che in visita a Helsinki in occasione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin informale ha dichiarato la necessità di definire misure volte a porre il debito pubblico dell’Italia su una traiettoria discendente.

Nella strategia di riduzione del debito potrebbero rientrare anche le privatizzazioni, anche se per Gualtierib l’obiettivo di ricavare 18 mld di euro dalla vendita di beni di proprietà pubblica nel 2019 appare “irrealistico”.

Non penso che le privatizzazioni siano uno strumento per fare cassa e cui attingere risorse per far quadrare i conti.

Tra l’altro, spiega il ministro, “non esiste un piano del Governo” in materia.

Partiamo da quanto ereditato dal Governo precedente, con l’obiettivo principale di bloccare l’aumento di 23 miliardi dell’IVA che avrebbe un impatto negativo su crescita e investimenti. Intendiamo poi avviare la riduzione della pressione fiscale per i redditi medi e bassi e per le aziende che innovano.

Un’altra importante sfida per l’attuale Governo è la riduzione della pressione fiscale, ma senza Flat tax. Quota 100 per ora resta, trattandosi di una misura che ha durata triennale.

L’orientamento è lasciare che vada a esaurimento.

Resterà quasi certamente anche il Reddito di cittadinanza, che però potrebbe essere leggermente rivisto, mentre viene esclusa una patrimoniale.