Dopo aver tenuto il proprio discorso in Senato nella giornata di martedì 20 agosto 2019, il premier Giuseppe Conte ha presentato le proprie dimissioni al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ponendo fine, dopo quattordici mesi, al Governo giallo-verde.
Adesso è tutto nelle mani del Capo di Stato, che dovrà guidare l’uscita dal crisi: Mattarella sembra intenzionato a trovare una soluzione in tempi brevi.
Le tappe della crisi di Governo
Prendono dunque il via le consultazioni con le varie forze politiche (M5S, Lega, Pd, Forza Italia), che dureranno un paio di giorni, per ascoltarne le volontà. Quindi Mattarella dovrà riuscire a capire se ci sono maggioranze solide alternative per dare via a un nuovo Esecutivo o interrompere la legislatura e andare al voto.
Ancora una volta ci sono vari scenari e nessuno è da escludere. Rimane possibile la formazione di un nuovo Governo Pd e Movimento 5 Stelle, che potrebbe essere l’unica carta da giocare per non sciogliere le Camere ed evitare il rebus delle urne, ma non si esclude neanche l’opzione “Conte bis” con una squadra completamente rivoluzionata.
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Il Capo di Stato ha chiesto ai partiti di presentarsi al Quirinale con le idee chiare, non vuole perdere tempo, anche in vista della scadenza con l’Unione Europea (l’Italia deve presentare una candidatura per la Commissione entro il 26 agosto) e quella con la manovra di ottobre.
Se i partiti indicheranno di voler formare un nuovo Governo, dovranno indicare a Mattarella il nome di un premier che sia in grado di formare una maggioranza.
Se invece la volontà è di andare alle urne, le nuove elezioni avverranno in autunno e nel frattempo a guidare il Paese sarà un Esecutivo tecnico di garanzia.