Giornata chiave per la crisi di Governo, il 20 agosto, dopo la conferenza dei capigruppo dei vari partiti di Palazzo Madama, alle 15:00 hanno preso il via le comunicazioni dell’attuale premier, Giuseppe Conte al Senato. Ormai quella delle dimissioni da Presidente del Consiglio sembra l’ipotesi più probabile: Conte ha presentato le dimissioni, intenzionato a non voler gestire alcuna fase di Governo di transizione.
La crisi in atto compromette l’azione di Governo che qui si arresta.
Ha dichiarato il premier, sottolineando che si tratta di una crisi innescata dalle dichiarazioni del vice premier, Matteo Salvini.
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Alla vigilia del discorso di Conte ogni ipotesi sembrava aperta, addirittura si parlava di una proposta di Luigi Di Maio alla Lega di mantenere in vita il Governo giallo-verde, ma con Matteo Salvini fuori dalla squadra. Proposta non sostenuta da praticamente tutti gli altri grillini che caldeggiavano un nuovo Esecutivo M5S-Pd. Ora però Conte ha annunciato:
Ascolterò gli interventi che seguiranno, ma intendo recarmi dal Presidente della Repubblica per rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio.
La decisione finale su come risolvere la crisi di Governo spetterà al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a quanto pare vuole evitare soluzioni “pasticciate”.
Il presidente della Repubblica guiderà i passaggi istituzionali.
Legge di Bilancio in bilico
In ogni caso, indipendentemente da quale sarà l’Esecutivo operativo il prossimo autunno, una cosa appare certa: ad ottobre bisognerà affrontare una manovra economica con parecchi nodi da sciogliere.
Tra questi spiccano su tutti i 53 miliardi di Bot in scadenza a settembre da ricollocare, la questione dell’aumento IVA, che ormai appare quasi inevitabile, la riforma degli scaglioni IRPEF, ovvero la flat tax estesa a tutti i contribuenti.