Il terremoto politico di Ferragosto prosegue con i partiti spaccati sugli scenari che si aprono con la crisi di Governo e con i vertici delle Camere alle prese con una convocazione in piena chiusura estiva per votare la mozione di sfiducia al Governo presentata dalla Lega. E quella, presentata dal Pd che chiede la sfiducia al vicepremier, nonché ministro dell’Interno e segretario del Carroccio, Matteo Salvini.
La conferenza dei capigruppo, convocata per lunedì 12 agosto, non ha raggiunto l’unanimità sul calendario , per cui la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha stabilito che si decida martedì 13 agosto in Aula al Senato: convocazione alle ore 18.
L’ipotesi più probabile sembra quella che vede la discussione sulla sfiducia al Governo per il 20 agosto, anche se Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno chiedono di anticipare i tempi al 14 agosto.
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Nodo fiducia al Governo
I tempi di questa crisi di Governo ferragostana sono un primo elemento intorno al quale si sviluppa il dibattito: c’è la proposta dell’ex presidente del Senato, Piero Grasso (Leu, Liberi e uguali), che propone ai parlamentari di opposizione di uscire dall’aula in occasione della sfiducia al Governo. Il centrodestra, anche se votasse unito (compresa Forza Italia), non avrebbe il numero legale, e dunque Conte non verrebbe sfiduciato.
Dovrebbe comunque salire al Quirinale rassegnando le dimissioni, non avendo più una maggioranza parlamentare (la sfiducia è chiesta da uno dei due partiti che lo sostengono, la Lega appunto). Ma non avrebbe una formale sfiducia del Parlamento. Un tecnicismo pensato per sottrarre alla Lega il ruolo, che sta giocando in questi giorni, di arbitro della crisi.
In ogni caso, a meno che la Lega di Salvini non ci ripensi, il punto è che questo Governo è destinato a cadere entro la fine del mese. Le due ipotesi: voto in autunno (caldeggiata dalla Lega) oppure Governo istituzionale (o di garanzia, o Governo ponte: le definizioni, al solito, si sprecano), che consenta di approvare una legge di Bilancio, mettendo al sicuro i conti pubblici dall’aumento IVA.
Nodo manovra 2020
Perché, lo ricordiamo, con il voto in ottobre, si rischia di non approvare per tempo la manovra 2020, con la conseguenza di far scattare le clausole di salvaguardia che, dal primo gennaio 2020, farebbero aumentare l’IVA al 25,2% (e al 13% l’aliquota ridotta). Un’ipotesi, fra le altre cose, poco gradita alle imprese.
E veniamo alla posizione delle diverse forze in campo: la Lega, che di fatto ha aperto la crisi, non nasconde la volontà di voler votare subito. Salvini insiste anche sul suo impegno a mettere mano a una legge di Bilancio che faccia la flat tax e blocchi l’aumento IVA. Non è chiaro in che modo sia possibile coniugare queste cose (il voto in ottobre e la manovra entro fine dicembre).
Da quel che si apprende, l’agenda di Salvini prevede un incontro con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
Il nodo maggioranza
Il Movimento 5 Stelle non sta a guardare: il fondatore, Beppe Grillo, nel week-end ha lanciato l’appello a salvare «il Paese dal restyling in grigioverde dell’establishment», e a «fermare i nuovi barbari».
Di Maio, invece, chiede alla Lega di far «dimettere tutti i suoi ministri da questo Governo». E smentisce di voler scendere a patti con la sinistra.
Nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi.
Da registrare una botta e risposta a distanza, con tanto di accuse reciproche, fra Grillo e l’ex premier Matteo Renzi, che a sua volta si schiera a favore del Governo di transizione. Stessa posizione da parte di Leu, mentre il Pd sembra mantenere una posizione più diplomatica ma non necessariamente sfavorevole al voto subito, come ha sottolineato il segretario Nicola Zingaretti:
Non è credibile l’ipotesi di un Governo per fare la manovra economica e portare poi alle elezioni, sarebbe un regalo a una destra pericolosa, che tutti vogliono fermare.Apriamo la crisi e vedremo con il presidente Mattarella qual è la forma migliore e più credibile per contribuire a salvare l’Italia. Di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato dividerci.
Riferimento anche a un altro degli elementi che compongono questo sempre più complesso puzzle, rappresentato dalle voci in base alle quali Renzi sarebbe pronto a uscire dal Pd fondando un proprio partito (Azione Civile, il nome che circola).
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Il nodo IVA
Come si vede, sono ore molto convulse. Il punto fondamentale, comunque, è che c’è una crisi di Governo che si incrocia con il calendario della sessione di Bilancio (la manovra va presentata all’Europa entro il 15 ottobre e al parlamento italiano entro il 20).
Quale Governo metterà mano alla Legge di Stabilità? Ci saranno i tempi per approvarla, evitando l’aumento IVA?
La palla, prima o poi, passerà al Capo della Stato, Sergio Mattarella, che nel momento in cui Conte si presenterà dimissionario dovrà decidere come risolvere la crisi salvaguardando, al contempo, la stabilita economica e i conti pubblici del Paese.