Diesel sempre più “al bando”, accusato di essere un carburante troppo inquinante: si ipotizza l’addio definitivo in un futuro prossimo, in parallelo alle limitazioni del traffico sempre più stringenti (2025 – 2030) e agli aumenti del prezzo del gasolio, che arriveranno ad allinearsi a quelli della benzina. E dinanzi a questo potenziale scenario, le imprese alle prese con la gestione della flotta aziendale si trovano nell’incertezza.
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Diesel inquinante?
Diversi studi (anche uno del CNR, che ha misurato l’ecologia dei motori diesel) affermano che le moderne vetture diesel Euro 6 emettano sostanze inquinanti in quantità talmente basse da non essere significative e sicuramente al di sotto dei limiti NOx che entreranno in vigore nel 2020-2021 con la denominazione Euro 6d (sotto 120 milligrammi/km). Si tratta di meno dell’1% degli ossidi di azoto immessi sulle strade (percentuale che sale al 17% se si considerano tutte le vetture diesel, non solo le Euro 6).
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Analizzando le polveri, poi, i diesel non appaiono così da penalizzare: il PM emesso dai nuovi diesel sono così bassi, grazie ai moderni filtri anti-particolato (FAP) e alla rigenerazione di queste particelle, da risultare al limite della misurabilità. Sicuramente inquinano meno dei riscaldamenti domestici. In generale un diesel Euro 6 emette incombusti gassosi (HC e CO) irrilevanti rispetto ad altre motorizzazioni.
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Dieselgate
All’origine di questa demonizzazione, lo scandalo degli scorsi anni legato al tentativo di alcuni costruttori di manomettere la misurazione delle emissioni di biossido di azoto dei propri modelli. A fronte del cosiddetto dieselgate, però, sono state minuziosamente sviluppate moderne tecnologie che hanno dimostrato come questi propulsori fossero in grado di contenere i valori di NOx entro il limite di 80 mg/km, in qualunque condizione di guida e condizione atmosferica. Lo sviluppo dei motori diesel, inoltre, è andato avanti, migliorando ulteriormente il livello di emissioni portandole fino a circa 10-15 mg/km.
Questi sono i dati, resta da valutare come il legislatore interverrà, condizionando le scelte di breve e medio termine delle Partite IVA e delle PMI che devono gestire il budget per la mobilità aziendale.
E’ un dato di fatto che si va verso l’incentivazione dei veicoli green (elettrici ma anche ibridi). In Italia, nel 2019 giù sono in vigore, in parallelo alle penalizzazioni per i veicoli più inquinanti