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Flat Tax: il rilancio della maggioranza e la prudenza di Conte

di Barbara Weisz

31 Maggio 2019 17:02

Salvini e Di Maio d'accordo sulla flat tax, Conte frena: il progetto non è ancora arrivato a Palazzo Chigi, lunedì il punto sulla riforma fiscale.

La flat tax si conferma come il primo terreno di incontro fra Lega e M5S dopo gli scossi sul voto europeo, con i due vicepremier che rilanciano su questo fronte, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che però subito chiarisce: il progetto deve arrivare a Palazzo Chigi. Non solo: Conte annuncia per lunedì una conferenza stampa che farà chiarezza sull’agenda del Governo. Tutto questo, quando è passata una settimana dal voto europeo che ha ribaltato i rapporti di forza all’interno della maggioranza di Governo, con il M5S che, attraverso la piattaforma Rousseau, ha confermato la leadership Di Maio (che ha ottenuto un consenso interno all’80%).

Flat Tax: il progetto

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Sullo sfondo, l’analisi del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sull’urgenza di una riforma fiscale, che Salvini prende come spunto per ribadire: la relazione di Bankitalia «conferma la necessità di uno choc fiscale per far ripartire l’economia italiana. La flat tax è la prima riforma che governo e Parlamento dovranno discutere». Salvini, diciamolo, insiste sulla flat tax dal giorno dopo il voto: il progetto, a grandi linee, dovrebbe prevedere un’aliquota al 15% anche per le imprese e per i contribuenti con reddito fino a 50-60mila euro. Attualmente, lo ricordiamo, la flat tax è prevista per le partite IVA, attraverso la riforma del regime forfettario, applicabile fino a 65mila euro (dal 2020, ci sarà poi un’aliquota al 20% per le partite IVA fra 65mil e 100mila euro, già prevista dalla manovra d quest’anno).

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Il punto sulla riforma fiscale

Se fino a ieri era soprattutto al Lega ad accelerare sul fronte della flat tax e della riforma fiscale, adesso sul punto si registrano aperture del M5S. In primis, Luigi Di Maio, che commentando il consenso ottenuto con il voto della piattaforma Rousseau che il 30 maggio lo ha confermato come leader del Movimento, sottolinea (riferendosi all’alleato leghista): «non abbiamo fretta e se hanno provvedimenti che vogliono varare con urgenza come flat tax e autonomia ci portino i testi e dopo averli valutati li possiamo varare».

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E qui si inserisce il premier Conte. Incalzato dai giornalisti, premette: «non commento singole dichiarazioni delle forse politiche» «non discuto adesso sulla flat tax. Il progetto non è ancora arrivato a Palazzo Chigi». Che, evidentemente, il premier ritiene la sede più adatta al dibattito sulla riforma fiscale. Ma non è tutto: «ci prendiamo ancora questi giorni» per smaltire definitivamente le scorie della compagna elettorale, aggiunge il premieri, e poi «lunedì sarà la prima buona occasione per fare il punto». Conte ricorda di aver già incontrato sia Salvini sia Di Maio, con i quali tornerà a parlare, e ricorda di avere in corso consultazioni con tutti gli esponenti della maggioranza. In vista, appunto, di lunedì, quando saranno probabilmente forniti nuovi elementi.

Per quanto riguarda le considerazioni finali di Visco, il quale in effetti ha indicato la riforma fiscale fra le priorità insistendo però anche sull’esigenza di non pesare sui conti pubblici, Conte è nettamente più diplomatico di Salvini: non entra nel merito della riforma e della flat tax, si limita però a ribadire la linea del “governo del cambiamento”, che vuole proseguire «in modo lungimirante e senza strappi», esprime ottimismo sull’economia (i dati Istat certificano che comunque «siamo fuori dalla recessione», quindi restano valide le stime del Governo sul 2019 «considerando che ci aspetta la ripresa del secondo semestre»), sottolinea l’intento di perseguire crescita economica e sviluppo sociale, con «la determinazione di far valore il nostro progetto anche in Europa, in quadro di compatibilità».