L’applicazione di nuovi dazi USA annunciati dal presidente Donald Trump – che scatenano dibattito internazionale e indici di Borsa – riguardano prodotti provenienti dalla Cina (nuove imposte all’ingresso pari al 25% su 325 miliardi di prodotti al momento non tassati), ma anche per quelli UE esistono rischi concreti.
La procedura programmata dal Dipartimento del Commercio statunitense coinvolge infatti prodotti provenienti dall’Unione Europea (Italia compresa) per un valore complessivo di 11 miliardi di dollari.
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Ettore Prandini, presidente Coldiretti, è il primo a sottolineare che ci sono le condizioni per evitare uno scontro.
In quest’ottica, rincara la dose Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, secondo cui è fondamentale che il Paese – nell’ambito dei negoziati commerciali con gli USA – giochi «un ruolo da protagonista», anche perché «troppe volte in passato il conto finale è stato presentato all’Italia e al settore agroalimentare in particolare». Il riferimento è alla querelle che riguarda i due colossi aerospaziali Airbus (UE) e Boeing (USA).
Il punto è che, nell’elenco dei prodotti UE nel mirino di Washington, ci sono importanti produzioni del Made in Italy alimentare: vini (tra i quali il Prosecco e il Marsala), formaggi, olio di oliva, agrumi, uva, marmellate, succhi di frutta, acqua, superalcolici.
Secondo i calcoli di Coldiretti e Filiera Italia, nella black list Usa c’è un buon 50% dell’Agrifood italiano esportato negli Stati Uniti. Che sono il terzo principale mercato internazionale del Made in Italy nel settore del Food dietro a Germania e Francia, nonché ii primo mercato extra UE.