L’economia del Paese non cresce ma il Governo garantisce che non scatteranno le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento IVA, ed anche la fase due della flat tax partirà in autunno, finanziata in base alle risorse disponibili.
«Non si è mai pensato di aumentare l’IVA per fare la flat tax» sintetizza Matteo Salvini. Rinforza il concetto Luigi Di Maio: «non possono e non devono scattare le clausole di salvaguardia perché significherebbe far aumentare l’IVA per i cittadini italiani». Detto questo:
è chiaro che aspettiamo anche di vedere i conti di chi la propone per capire l’entità della misura.
I due vicepremier rifiutano di fare marcia indietro sui programmi di politica fiscale inseriti nel DEF, il Documento di Economia e Finanza approvato dal CdM il 9 aprile, che prevedono sia l’estensione della flat tax alle famiglie sia la sterilizzazione delle clausole IVA. Che il DEF non annulla considerata la congiuntura (riviste al ribasso le stime di crescita, al rialzo deficit e debito), per mettere al sicuro i conti pubblici.
Questo – insiste Di Maio – è il lavoro che il Governo porterà avanti, dal DEF dell’altro ieri fino alla legge di bilancio di fine anno.
Un percorso nel quale trovano posto il decreto Crescita, lo Sblocca Cantieri, le prossime iniziative in ambito esportazioni. Ma anche la spending review.
E c’è anche un nuovo team che si sta insediando a Palazzo Chigi, Strategia Italia, comitato interministeriale che si propone di sbloccare 87 miliardi di euro di investimenti per la crescita e per recuperare risorse.
Anche il capo del Governo, Giuseppe Conte,ha ribadito l’intenzione di proseguire con le politiche economiche fin qui impostate, e sul fronte delle risorse per la flat tax, ha confermato la volontà di inserire la misura nella manovra 2020: svelando le carte in mano all’Esecutivo: spending review e taglio delle agevolazioni fiscali.
Una revisione che potrebbe integrare la riforma IRPEF che dovrebbe accompagnare la nuova flat tax tarata da un “coefficiente familiare”, che potrebbe andare a sostituire parte delle detrazioni d’imposta a cui siamo abituati in dichiarazione dei redditi.