Con o senza flat tax, il Governo si prepara ad approvare il DEF: la settimana inizia all’insegna di riunioni tecniche, mentre il Consiglio dei Ministri per approvare il Documento di Economia e Finanza potrebbe essere convocato martedì 9 aprile.
Occhi puntati sui numeri di bilancio, con la crescita rivista al ribasso (l’ultima previsione del Governo, in dicembre, vedeva un’economia 2019 in crescita dell’1%, mentre al momento il PIL sta viaggiando intorno allo 0,1%) e le conseguenze su deficit e debito.
L’Esecutivo punta su un’accelerazione della congiuntura attesa entro fine anno e sui provvedimenti espansivi approvati nelle ultime settimane: Sblocca cantieri e Decreto Crescita.
E non si esclude che, già nel DEF di primavera, possa rientrare la specifica previsione di una nuova misura di flat tax nel 2020. Nella legge di bilancio 2019 sono state inserite prime misure di flat tax per le Partite IVA (regime dei minimi potenziato a 65mila euro, tassazione agevolata al 20% dal 2020, per i ricavi fra 65mila e 100mila euro). Il prossimo passo dovrebbe essere l’estensione della flat tax alle famiglie.
Si tratta di un punto su cui insiste tradizionalmente la Lega (il vicepremier Salvini, negli ultimi giorni, ha sottolineato che la flat tax è nel contratto di Governo) e che viene ribadito anche dal Premier Conte e Ministro dell’Economia Tria (entrambi hanno dichiarato che la misura sarà inserita nella manovra 2020).
Bisogna vedere se e come queste dichiarazioni di concretizzeranno nel DEF: sembra probabile che il Documento contenga una dichiarazione di intenti ma senza dettagli, che implicherebbero la necessità di indicare coperture in un momento in cui i conti sono già difficili da far quadrare.
In ogni caso, i tempi sono ormai stretti, il DEF andrebbe presentato alla UE entro il 10 aprile: non si escludono slittamenti, anche se al momento l’Esecutivo sembra intenzionato a rispettare la tempistica, discutendo il provvedimento in CdM martedì 9 aprile.
Nel frattempo, registriamo un sentiment negativo dalle aziende: l’80,2% degli imprenditori presenti al Workshop Ambrosetti “Lo scenario dell’economia e della finanza” valuta negativamente l’operato del Governo, un cambio di rotta deciso se si considera che nel 2018 il risultato era positivo per il 66,3%.
La congiuntura frena anche le prospettive di crescita delle aziende, che però restano relativamente incoraggianti: il 47,3% degli imprenditori ritiene che la propria azienda stia performando meglio dei concorrenti, con una crescita di circa 3 punti rispetto al 2017.
Le stime sull’intero 2019, però, vengono riviste al ribasso del 41,3%, mentre solo il 22,2% vede una crescita dei ricavi superiore al 10%, percentuale che l’anno scorso era invece più alta (28,6%).