Bocciata la proposta di accordo con l’UE per la Brexit di Theresa May. La Camera dei Comuni ha di nuovo espresso parere negativo sul nuovo negoziato tra il governo britannico e l’Unione Europea.
Una pesante sconfitta per la premier britannica che si aggiunge al fallimento già subito lo scorso 15 gennaio, quando l’accordo era stato respinto una prima volta. Tra i contrari, anche molti Conservatori (stesso partito della premier).
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Proposta di accordo
La seconda versione dell’accordo con l’UE sulla Brexit, quello appena bocciato dal Parlamento britannico, differiva dal precedente per le modifiche negoziate il giorno precedente a Strasburgo da Theresa May e con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sulla questione del “backstop” per il confine irlandese.
A pesare sull’opinione del Parlamento britannico è stato il parere negativo dell’avvocato generale dello Stato Geoffrey Cox sulle implicazioni legali del “backstop”, spingendo così il Partito conservatore e gli alleati nordirlandesi del Democratic Unionist Party a bocciare anche questa versione dell’accordo.
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Opzione no deal scartata
Si avvicina la data del 29 marzo 2019, entro la quale il Regno Unito deve lasciare l’Unione Europea, salvo nuove decisioni. Il Parlamento britannico,chiamato a pronunciarsi sulla possibilità di uscire dalla UE senza accordi, in serata ha però respinto anche l’opzione no deal.
Non solo: la Gran Bretagna ha annunciato la non applicazione di dazi sull’87% delle merci importate (comprese quelle dirette in Irlanda e Irlanda del Nord), così da contenere gli effetti collaterali di una potenziale uscita senza accordi. Per esempio sulle auto e su determinati prodotti alimentari (alcune carni, alcuni prodotti lattiero-caseari).