Con la Legge di Bilancio 2019 cadrà il blocco della leva fiscale negli enti locali e i Comuni potranno aumentare le aliquote dei tributi comunali: secondo le stime questa opportunità verrà colta da cinque sindaci su sei, per un totale di 6.782 Comuni che potrebbero rivedere al rialzo le addizionali IRPEF, ma anche IMU sulle seconde case (per 6.516 i sindaci) che potrebbe arrivare all’aliquota massima del 10,6 per mille.
Aliquote attualmente rimaste ferme al 2016, anno in cui l’allora governo Renzi le aveva congelate, insieme a quelle regionali, con la manovra 2016. Un blocco poi via via confermato fino al 2018 e che ora invece viene eliminato, secondo quanto annunciato dalla sottosegretaria all’economia, Laura Castelli (M5S), alla XXXV Assemblea dell’ANCI.
Comuni penalizzati dal blocco
A chiedere fortemente lo sblocco in questi anni sono stati proprio i sindaci, lamentandosi della carenza di risorse a loro disposizione. Castelli, ringraziando i Comuni per «il contributo che ogni anno danno alla finanza pubblica», li ha rassicureati sul’impegno del Governo a individuare soluzioni condivise nella Legge di Bilancio.
Tra i motivi che portano alla decisione di eliminare il blocco delle aliquote vi è il fatto che quello attuato dal 2016 ha penalizzato i Comuni che in quell’anno avevano deciso di apportare delle riduzioni, mentre ha agevolato quelli che a suo tempo avevano già disposto degli aumenti. Per fare un esempio, l’addizionale IRPEF è attualmente ancora a zero in 4.151 Comuni, oltre la metà del totale, mentre i Comuni che hanno già raggiunto il massimo dell’8 per mille sono 1.187 (uno su sei).
Si tratta ovviamente di uno sblocco per il momento solo ipotetico e il Governo potrebbe tornare sui propri passi, non essendo ancora stato ufficializzato il testo della manovra e non avendo quest’ultima ancora ottenuto il benestare dell’UE.