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Moody’s: rating tagliato, Italia declassata

di Anna Fabi

22 Ottobre 2018 10:39

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Moody's declassa l'Italia a un solo gradino sopra il “junk”, ma con outlook stabile: il Codacons presenta un esposto in Procura contro l'agenzia di rating.

Mentre il governo italiano sottopone al giudizio del Parlamento la Legge di Bilancio per il 2019, arriva il tenuto giudizio di Moody’s: rating tagliato, Italia declassata a Baa3, un solo gradino sopra il “junk” (“spazzatura”), con outlook stabile. Per l’agenzia di rating “Il deficit aumenterà molto mentre l’economia non decollerà”.

Declassatamento a Baa3

Duro dunque il giudizio di Moody’s sulla manovra del governo italiano, pur riconoscendo che i piani del nostro Esecutivo contengono anche elementi positivi, ad esempio la riforma fiscale potrebbe realmente aiutare a creare nuovi posti di lavoro, l’agenzia USA critica il “cambio concreto della strategia di bilancio con un deficit significativamente più elevato” rispetto alle attese.

Le nuove spese previste dal governo italiano sarebbero per Moody’s “strutturali” e “difficili da invertire”. Le critiche di concentrano in particolare sul reddito di cittadinanza, il rilancio dei centri dell’impiego e la riforma delle pensioni “che pone a rischio, nel lungo periodo, la sostenibilità del sistema previdenziale”.

Questo perché queste tre misure, da sole, costeranno all’Italia lo 0,8% del PIL all’anno per i prossimi tre anni. A questo si aggiunge il mancato aumento dell’IVA che costa un altro 0,7% del PIL e un costo tra lo 0,2% e lo 0,3% derivante dagli investimenti pubblici in aumento. Un programma di investimenti pubblici che, secondo l’agenzia di rating statunitense, potrebbe in realtà aiutare il PIL a crescere, a condizione però che le procedure messe in campo accelerino per davvero le aperture dei cantieri.

Moody’s denuncia inoltre la mancanza di riforme strutturali da troppo tempo attese quali lo snellimento della Pubblica amministrazione, l’accelerazione dei processi in sede civile e il rilancio dell’Università.

Tutto questo nel complesso porta ad una “crescita debole nel medio termine” e, tra le maggiori spese correnti e la minore crescita economica, l’Italia rischia di confermare, se non di peggiorare, il debito pubblico al 130% del PIL.

Outlook stabile

L’unica nota positiva è che Moody’s ha confermato l’outlook a stabile per i punti di forza del Sistema Italia:

  • un’economia molto ampia e diversificata;
  • presenza di aziende di grandi dimensioni e competitive;
  • gli ingenti avanzi delle partite correnti;
  • un insieme di investimenti internazionali, nel Paese, ben bilanciato;
  • un alto livello di ricchezza delle famiglie che mostrano un importante cuscinetto contro gli shock futuri e anche una potenziale fonte di finanziamento per il governo.

Reazioni ed esposto Codacons

Il vice premier Matteo Salvini sdrammatizza la severa bocciatura di Moody’s e dichiara:

L’Italia è un Paese solido mi dicono gli esperti che l’importante è che l’outlook sia stabile. Noi siamo qui per rispondere ai problemi degli italiani, e non per impaurirci di fronte alle agenzie di rating che in passato hanno clamorosamente dimostrato di fallire i giudizi come falliranno questa volta.

In risposta al declassamento di Moody’s, l’associazione di consumatori Codacons presenterà un esposto contro Moody’s alla procura della Repubblica di Roma:

Quello di Moody’s – si legge in una nota – è un atto a rischio illegittimità che avrà ripercussioni dirette enormi per le tasche dei cittadini italiani e dei risparmiatori. La decisione di declassare l’Italia è stata infatti assunta prima della pronuncia ufficiale dell’Unione Europea sulla manovra del governo e in assenza di risposte ufficiali delle istituzioni italiane ai rilievi mossi dall’UE.

A destare sospetto è proprio la tempistica seguita da Moody’s, che ha proceduto al declassamento pochi giorni prima della decisione UE, valutando quindi una manovra non formalmente definitiva. Il declassamento si configura pertanto come un atto privato volto ad influenzare il mercato e la Commissione europea e interferisce in un procedimento amministrativo che ha fasi ben precise, le quali non appaiono ancora concluse.

In caso di apertura di un procedimento da parte della Procura, l’associazione potrà avviare una azione collettiva a tutela dei risparmiatori e dei cittadini italiani palesemente danneggiati da un atto arbitrario assunto con una tempistica del tutto sbagliata e lesiva degli interessi del Paese.