La pace fiscale potrebbe riguardare anche i debiti IVA. Si tratta solo di un’ipotesi allo studio del Governo, della quale si è però parlato nel corso del quarto Meeting sulle professioni che ha riunito a Roma il 2 ottobre i tributaristi italiani.
Ci sono anche alcuni dettagli, forniti da Gianfranco Ferranti, ordinario alla Scuola nazionale dell’amministrazione, secondo il quale si pensa di ammettere alla pace fiscale i debiti IVA con un’aliquota al 30%. In pratica, par di capire, si studia la possibilità di sanare le cartelle esattoriali relativa all’IVA ma con uno sconto ridotto rispetto a quello previsto per l’IRPEF.
Lo ribadiamo: si tratta semplicemente di un’ipotesi illustrata nel corso di un convegno, che però ha riunito i massimi esperti del settore.
Le dichiarazioni ufficiali degli esponenti dell’esecutivo non hanno finora ricompreso l’IVA nella pace fiscale, anche perché condonare l’imposta sul valore aggiunto rischierebbe di essere incompatibile con il diritto comunitario. L’ipotesi è che il meccanismo allo studio del Governo consenta di aggirare questo ostacolo, ma al momento non sono chiari i dettagli.
Ricordiamo che la pace fiscale riguarderà sicuramente i debiti fiscali (di persone fisiche e imprese) e con ogni probabilità anche le infrazioni al codice della strada, mentre negli ultimi giorni si è parlato anche di una possibile estensione ad altri tributi comunali come la TARI e i contributi previdenziali.
Non sarà una rottamazione come quelle dei due anni passati (che hanno previsto uno sconto sulle sanzioni, non sulla somma originariamente dovuta) ma di uno sconto anche sull’imposta iniziale (mini-sanatoria). Si è parlato della possibilità di applicare aliquote al 10 o 15%, oppure di un’aliquota modulata in base alla somma dovuta (6, 15 e 25%).
Il provvedimento sarà inserito nel decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio, che il Governo approverà entro metà ottobre.