Non è chiaro in che modo il Governo intende modulare la pace fiscale, visto li ultimi giorni consegnano alle cronache un botta e risposta fra esponenti della maggioranza che non contribuisce a chiarire le idee.
Da un lato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, dichiara che la misura consentirà di regolarizzare posizioni debitorie nei confronti del Fisco fino a 1 milione di euro.
pensiamo a una pace fiscale più ampia possibile come misura una tantum che chiuda tutte le lite pendenti per le cartelle, per il contenzioso tributario, per le multe amministrative e per le multe di vario genere esclusa l’IVA e la previdenza.
Sembrerebbe dunque una sorta di condono tombale, ma il ministero dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, insiste sul fatto che non ci sarà nessun condono.
L’unica certezza è che il provvedimento confluirà nella Legge di Bilancio 2019 o in un decreto fiscale collegato. per il resto, si possono solo fare ipotesi basate sul dibattito politico in corso, particolarmente acceso.
Sicuramente la misura consentirà di sanare i debiti tributari (su questo, sono tutti d’accordo). E’ possibile che riguardi anche le multe stradali mentre con ogni probabilità resteranno fuori IVA e contributi previdenziali.
Per quanto riguarda il tetto, la ratio dovrebbe essere quella di consentire la regolarizzazione a chi ha pendenze determinate da un’effettiva situazione di difficoltà senza invece prevedere una sanatoria per i grandi evasori. Il Governo è al lavoro sulla modulazione della misura, per stabilire l’entità dello sconto da applicare a chi aderisce alla pace fiscale, o mini-condono che dir si voglia.
Fra le ipotesi, quella di prevedere aliquote differenziate in base allo scaglione di reddito del contribuente e alla somma da saldare: 6%, 10 e 15%.
Si è parlato anche di un condono al 10 o 15%, piuttosto che di uno sconto limitato a sanzioni e interessi, con un provvedimento quindi simile alle rottamazione degli ultimi anni. Non si esclude che ci siano anche nuove possibilità di voluntary disclosure (emersione di capitali).
La pace fiscale potrebbe anche prevedere misure di compliance strutturali, per esempio attraverso un rafforzamento del ravvedimento operoso, dell’accertamento con adesione, e in genere con misure che consentano di chiudere anche contenziosi già aperti.
In pratica, l’idea è quella di agevolare i contribuenti che hanno la volontà di sanare le pendenze concedendo sconti in modo strutturale (in questo caso, la riduzione riguarderebbe solo le sanzioni, non la somma originariamente evasa).
Questi i termini del dibattito, i contorni precisi del provvedimento si conosceranno entro metà ottobre, quando il Governo presenterà la manovra.