Il Governo continua a insistere sul concetto che la pace fiscale è cosa diversa dal condono. Uno strumento che va incontro a «coloro che hanno fatto la dichiarazione dei redditi» e «per chi è in contenzioso con Equitalia» sottolinea il vicepremier, Matteo Salvini. Quindi, non è una misura rivolta ai grandi evasori fiscali ma a coloro che faticano a pagare le tasse in anni di crisi.
Non è un regalo, gente che è disperata pagherebbe il 10% del dovuto. Gente che per riavere un conto corrente correrebbe a pagare. Si possono così incassare più di 20 miliardi di euro.
Si tratta di nuovi elementi in vista del provvedimento che il Governo intende inserire in Legge di Stabilità, che mira dunque a sanare i debiti con il Fisco ma anche a fare cassa per finanziare la manovra stessa.
Non è ancora chiaro quali saranno con precisione i contorni della pace fiscale. Di certo, c’è che ci sarà un tetto di reddito e che si potranno regolarizzare le posizioni debitorie pagando solo parte del dovuto (non sarà un condono ma messa così sembra esattamente una sanatoria).
Questi sembrano essere i punti fermi, per il resto il provvedimento sembra essere ancora al centro del dibattito.
Si era parlato di una pace fiscale destinata ai debiti fino a 100mila euro, poi l’asticella è stata alzata addirittura a 200mila euro. Poi, ancora, si è arrivati a parlare di “disperati”.
Altra incognita, strettamente legata a quella sulla platea, è l’entità dello sconto in arrivo. Salvini evidentemente punta a pagare il solo 10%, ci sono ipotesi che prevedono un 15% e non si esclude che il dovuto possa dipendere da una serie di fattori, come l’entità della pendenza e la situazione economica del contribuente.
Come detto, le certezze si avranno solo quando il provvedimento sarà pronto. La pace fiscale, nelle intenzioni del Governo, va inserita in una più ampia operazione di riforma che vedrà la progressiva introduzione della flat tax, con aliquota fissa al 15%. Dal 2019 si partirà con le Partite IVA (al posto del regime forfettario, con un innalzamento del tetto di reddito fino a 80mila o 100mila euro), mentre dipendenti e famiglie dovranno aspettare.
In vista, anche una rimodulazione delle aliquote IRPEF che potrebbe riguardare il primo scaglione, oppure portare da tre a cinque le aliquote fiscali.