Il reddito di cittadinanza confluirà in manovra, ma potrebbe partire dalla seconda metà del 2019. Oppure, si partirà con un mini-sussidio, intorno ai 300 euro, per arrivare poi gradualmente, nei prossimi anni, all’assegno di 780 euro.
Sono le ultime ipotesi allo studio per la misura da inserire nella Legge di Stabilità 2019 (forse più cara al Movimento 5 Stelle) senza pesare eccessivamente sui conti pubblici.
Non ci sono certezze, è bene ribadirlo: per la messa a punto della ex legge di stabilità c’è ancora un mese abbondante (la presentazione del Ddl del Governo è prevista entro metà ottobre), ma i lavori dei tecnici proseguono ormai a ritmo serrato.
Del mini-sussidio scrive Repubblica. Di reddito di cittadinanza posticipato di sei mesi scrive invece il Messaggero, secondo cui questa ipotesi, gradita alla Lega, sarebbe attualmente allo studio del Tesoro:
un modo come un altro per risparmiare qualche miliardo e mettere a punto la riforma degli strumenti di sostegno per i più bisognosi.
Altre anticipazioni sul reddito di cittadinanza arrivano dal vicepremier, nonché ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio, in audizione davanti alle commissioni Attività Produttive, Lavoro, e Affari sociali della Camera: il reddito di cittadinanza comprenderà anche la pensione di cittadinanza, quindi un trattamento minimo di 780 euro al mese per i pensionati.
Si tratta, par di capire, di un riequilibrio degli attuali assegni previdenziali, che non dovrebbe quindi comportare l’allargamento della platea dei pensionati ma un aumento dell’assegno per chi attualmente percepisce somme inferiori alla soglia del nuovo reddito minimo.
Si tratta di un’ipotesi che era già stata avanzata a più riprese, e che è indicata fra le misure che il Governo potrebbe fin da subito inserire in Legge di Stabilità.
Il punto è il seguente: il reddito di cittadinanza è un cavallo di battaglia elettorale del M5S, e almeno in parte confluirà in Legge di Bilancio. Non si potrà partire subito con la misura per tutti, perché il costo è troppo alto (almeno 17 milioni di euro). Dal 2019, comunque, partiranno le prime misure in questo senso.
Le diverse anticipazioni delle ultime settimane hanno preso in considerazione le seguenti opzioni:
- partire subito con la riforma dei centri per l’impiego, come primo passo verso l’introduzione, nei prossimi anni, del reddito di cittadinanza per tutti.
- Inserire anche, dal 2019, la pensione di cittadinanza.
- prevedere una prima misura di reddito minimo, ma facendola partire dal 2019.