E’ un mercato che raccoglie 103 imprese quotate, che hanno un giro d’affari di 4,3 miliardi di euro, e capitalizza 7,4 miliardi di euro: l’identikit dell’azienda quotata sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana prevede ricavi da 43 milioni di euro, EBITDA margin 2017 al 13%, capitalizzazione media di 43 milioni di euro, flottante medio da IPO pari al 23%, raccolta media a 8,2 milioni di euro. I dati sono contenuti nel rapporto dell’Osservatorio AIM Italia dell’ufficio studi di IR Top Consulting, che consegna una fotografia del settore.
Le IPO, nuove quotazioni 2017 sono state 24, seguite da altre dieci nei primi sei mesi 2018. Il 15% delle società quotate su AIM Italia ha ricavi inferiori a 5 milioni di euro, mentre il 12% fattura tra 5 e 10 milioni di euro. Le PMI presenti su questo mercato danno lavoro a circa
20mila dipendenti (243 il dato medio, 95 il dato mediano), con una crescita del 12% rispetto al 2016. Il 2018 ha visto crescere le società che hanno pagato un dividendo, a quota 30, con una crescita del 30% sul 2017. Valore complessivo delle cedole 60,6 milioni di euro (+59% dal 2017), il dividendo lordo medio è pari a 21 centesimi per azione, con un payout ratio medio del 56%. Il dividend yield medio è pari al 2,7%.
Sul mercato ci sono 102 investitori istituzionali, in netta maggioranza esteri: 25 italiani (pari al 24%) e 77 esteri (76%). Investimento complessivo pari a 720 milioni di euro, il 10% della capitalizzazione del mercato AIM Italia, valore medio dell’investimento complessivo è pari a 7,1 milioni di euro, valore mediano è pari 1,7 milioni di euro. L’investitore più presente è Mediolanum Gestione Fondi SGR, con 102,4 milioni di euro e un numero di società partecipate pari a 53.
Interessante l’impatto dei PIR, che fanno decollare gli scambi. Il controvalore medio giornaliero scambiato, che era a 24mila euro nel 2016, è quintuplicato a 120mila nel 2017, ed era già salito a 139mila nel giugno 2018.