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Pensioni, Spesometro e Jobs Act: riforme in arrivo

di Noemi Ricci

5 Giugno 2018 15:56

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Il neo ministro di Sviluppo Economico e del Lavoro annuncia importanti riforme in vista: Quota 100 per superare la Riforma Pensioni Fornero, Jobs Act da rivedere e addio allo Spesometro, agli Studi di Settore e ai Centri per l'Impiego.

Il Governo del cambiamento, come si è definito il nuovo Esecutivo guidato da Giuseppe Conte, promette di superare le recenti riforme, e i loro problemi, apportando importanti modifiche alle attuali norme in tema di pensioni, fiscalità e contratti di lavoro con un decreto ad hoc da varare a ridosso dell’estate, senza attendere la prossima Legge di Bilancio.

Pensioni

In tema di pensioni, Luigi Di Maio, dal 1° giugno Ministro dello Sviluppo Economico e Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo, promette di attuare la cosiddetta “Quota 100” per superare la Riforma Fornero. Per Quota 100 si intende la la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma degli anni di contributi versati e l’età anagrafica dà un risultato pari a 100 ma, per superare il nodo risorse e rendere meno pesante il costo per lo Stato, sono previsti però alcuni importanti paletti:

  • età anagrafica minima pensionabile pari a 64 anni (rispetto ai 66 anni e 7 mesi di oggi per la pensione di vecchiaia);
  • minimo 35 anni di contributi;
  • massimo due anni di contribuzione figurativa utile al raggiungimento della quota 100, a parte quelli derivanti da maternità e puerperio.

Per quanto riguarda la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, i paletti imposti sarebbero di un’età anagrafica minima di 62 anni, sempre con massimo 2 anni di contribuzione figurativa.

In questo modo, il costo dell’operazione scenderebbe dai 15 miliardi di euro stimati dall’INPS a 5 miliardi. Senza considerare che il tutto verrebbe accompagnato dall’abolizione dell’APe social e il taglio delle pensioni d’oro.

Lega e M5S si dimostrano inoltre propensi a prorogare l’Opzione Donna, una misura che sembra trovare il favore delle lavoratrici, senza pesare troppo sul bilancio dello Stato.

Lavoro

Tutto da rivedere il Jobs Act, secondo Di Maio: c’è troppa precarietà che deve essere assolutamente ridotta se si vuole dare più forza all’economia italiana. Prevista poi una profonda revisione dell’attuale sistema di politiche attive con il probabile rafforzamento dei Centri per l’Impiego e una possibile “rivisitazione” della nuova Agenzia, Anpal. Con uno stanziamento di 2,1 miliardi di euro, si punta ad investire nella formazione del personale per aumentare i servizi di politica e migliorare la qualità delle prestazioni da erogare ai disoccupati.

Tra le ipotesi allo studio, quella di reintrodurre la causale, ovvero le ragioni giustificatrici del ricorso, da parte del datore, a un contratto a tempo determinato.

Si ragiona inoltre su uno strumento per rendere strutturale e più forte l’incentivo all’occupazione stabile dei giovani sotto i 30-35 anni di età.

Fiscalità

Obiettivi nel medio-lungo periodo inoltre, assicura Di Maio, l’addio definitivo allo Spesometro, al Redditometro, agli Studi di Settore, come in realtà già previsto dalle misure emanate dai precedenti governi.