Investimenti pubblici soprattutto per l’innovazione, economia circolare, tutela del Made in Italy, riduzione e semplificazione fiscale con alcune proposte specifiche sulle PMI), per il Movimento 5 Stelle, un paese con meno tasse e burocrazia per le imprese è il programma di fondo della Lega, proseguire con i programmi degli ultimi anni di Governo continuando a lavorare su innovazione, ricerca e sviluppo, Made in Italy e turismo sono i punti fondamentale del programma per le imprese del PD.
Analizziamo alla luce dei risultati del voto come potrebbero cambiare le politiche industriali del paese in base ai programmi presentati per le elezioni 2018.
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Le PMI, probabilmente, rappresentano un punto di contatto per tutti e tre i programmi degli schieramenti. Tutti d’accordo nel sostenere il Made in Italy. In tutti i programmi ci sono riferimenti al valore strategico del Turismo.
Ci sono però differenze sulle ricette per lo sviluppo.
Il programma del Movimento 5 Stelle è articolato. Gli elementi che forse lo contraddistinguono maggiormente rispetto agli altri programmi sono il ruolo dello stato per rilanciare lo sviluppo del paese, anche coadiuvando gli imprenditori, non lasciando loro tutti i rischi per trovare soluzioni innovative, e puntando su obiettivi rilevanti come la correlazione fra scienza, ricerca e sviluppo e la trasformazione dei processi produttivi propria di Industria 4.0 applicata alle peculiarità del tessuto imprenditoriale italiano. Particolare accento sull’economia circolare e le sfide di Industria 4.0, che in Italia rappresentano un’opportunità per la valorizzazione del patrimonio culturale, il Turismo, l’Artigianato e il Made in Italy. Quest’ultimo è un punto comune a tutti i programmi delle tre coalizioni in campo.
Il Centrodestra ha invece un accento particolare sull’aspetto fiscale: semplificazioni burocratiche e flat tax. La Lega di Salvini propone una tassa unica al 15% per famiglie e imprese, Forza Italia al 23%. In generale, comunque, c’è accordo sull’idea della flat tax in tutto il Centrodestra. Si può aggiungere la perplessità espressa dal leader della Lega Matteo Salvini sul futuro dell’euro, che si risolve in una presa di posizione per cambiare i trattati europei. Qui, con una serie di distinguo, ci può essere un punto di avvicinamento con il M5S, critico in particolare verso il fiscal compact.
Sul fronte della fiscalità per imprese e professionisti, invece fra M5S e Centrodestra ci sono differenze notevoli: il M5S propone riduzione tasse imprese, con agevolazioni particolari per i professionisti, revisione del regime dei minimi (da ampliare).
Il Centrosinistra punta sulla continuità con l’operato del governo degli ultimi anni, insistendo quindi sugli incentivi Industria 4.0, sullo sviluppo delle infrastrutture (banda larga, 5G), puntare su nuovi strumenti per la Cultura e il Turismo 4.0.