Le partecipazioni all’estero delle imprese italiane hanno subito un incremento del 12,7% tra il 2009 e il 2015, raggiungendo quota 35.684 proprio in quest’ultimo anno preso in considerazione. Sono cifre rese note dall’Ufficio studi della CGIA e basate sulla rielaborazione della Banca dati Reprint del Politecnico di Milano e dell’ICE.
Delocalizzazione
Monitorare con esattezza l’andamento della delocalizzazione produttiva delle aziende italiane non è facile, come sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo:
Purtroppo non ci sono statistiche complete in grado di fotografare con precisione il fenomeno della delocalizzazione produttiva. Infatti, non conosciamo, ad esempio, il numero di imprese che ha chiuso l’attività in Italia per trasferirsi all’estero. Tuttavia, siamo in grado di misurare con gradualità diverse gli investimenti delle aziende italiane nel capitale di imprese straniere ubicate all’estero. Un risultato, come dimostrano i dati riportati in seguito, che non sempre dà luogo ad effetti negativi per la nostra economia.
Occupazione
Dal punto di vista occupazionale, il numero di occupati all’estero presso le imprese a partecipazione italiana è diminuito del 2,9%, mentre ad aumentare è il fatturato così come crescono i ricavi delle imprese straniere controllate da quelle italiane.
Dati regionali
In cima alla classifica delle Regioni maggiormente coinvolte negli investimenti all’estero compare la Lombardia (11.637 partecipazioni), seguita dal Veneto (5.070), dall’Emilia Romagna (4.989) e dal Piemonte (3.244). In generale, il 78% del totale delle partecipazioni ha origine da imprese ubicate nelle Regioni del Nord Italia.
Le principali mete di destinazione sono la Francia (2.551 casi), la Romania (2.353), la Spagna (2.251), la Germania (2.228), il Regno Unito (1.991) e la Cina (1.698).
Chi pensava che la meta preferita dei nostri investimenti all’estero fosse l’Europa dell’Est – sottolinea il Segretario della CGIA Renato Mason – rimarrà sorpreso. A eccezione della Romania, nelle primissime posizioni scorgiamo i paesi con i quali i rapporti commerciali sono da sempre fortissimi e con economie tra le più avanzate al mondo.