Conciliazione lavoro e vita privata: le imprese italiane non sembrano ancora adottare politiche di welfare aziendale – o non le sanno sufficientemente promuovere e valorizzare – che muovono in questa direzione.
Lo rivela la ricerca “Nuova impresa e nuovo mercato del lavoro: persone e organizzazioni di fronte alle prossime sfide” condotta da Edenred e The European House Ambrosetti su un campione di giovani under 35 e su un panel di manager e responsabili delle risorse umane.
Per il 55,1% del campione, bilanciare famiglia e professione sarebbe una priorità nel lavoro “ideale”, senza però trascurare lo sviluppo delle proprie capacità, ad esempio attraverso precorsi di professionalizzazione (60%).
Il 48% degli intervistati chiede di conseguenza un sostegno forte alla famiglia attraverso il telelavoro, convenzioni con asili nido o servizi per anziani.
Quanto sono presi in considerazione dalle aziende i progetti di work life balance? Se il 51,8% del campione testimonia la disponibilità all’interno della propria azienda di iniziative in tal senso, il 68,5% afferma che si tratta di soluzioni poco applicate. Inoltre, emerge una scarsa promozione e valorizzazione di tali iniziative.
L’indagine conferma la richiesta di servizi di conciliazione fra vita privata e lavorativa. Esigenza che attualmente non viene soddisfatta in maniera adeguata e che è già stata a suo tempo segnalata attraverso un’altra ricerca Edenred sul welfare aziendale.
«Per far fronte a questi nuovi bisogni, le aziende devono mettere in atto iniziative in grado di rafforzare il rapporto con i dipendenti, nella cornice di una strategia di lungo periodo che punti sulla valorizzazione del capitale umano e nella costruzione di relazioni profonde e durature, grazie a progetti di formazione continuativi e l’accompagnamento delle risorse nella coltivazione del proprio percorso professionale».