Dopo che Silvio Berlusconi ha annunciato il rinvio del Decreto Sviluppo per “mancanza di soldi”, l’Italia intera ha reagito, chiedendo misure di rilancio economico concrete e credibili (in una lettera al Premier, firmata dalle associazioni di imprese), e soprattutto tempestive (ha aggiunto Emma Marcegaglia per Confindustria). In sintesi, politiche di sostegno che richiedono scelte coraggiose (come dichiarato dal Presidente Napolitano).
Dalle dichiarazioni del Ministro Sacconi, sembra chiaro che è inutile sperare nel Decreto Sviluppo per … rimettere in moto lo sviluppo del Paese: «il decreto non è destinato a produrre crescita, perchè la crescita non si fa per decreto».
E quindi? La maggioranza sembra ancora invischiata in soluzioni per fare cassa (concordato e condono fiscale, patrimoniale e defiscalizzazioni), nonostante le smentite. Ma all’Italia mancano misure strutturali e strategie di rilancio economico.
«Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita sta costando moltissimo, è di fondamentale importanza che il decreto sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili». «La situazione è sempre piu’ difficile, la fiducia nel nostro paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell’Italia. L’Italia ha mezzi e risorse per risalire la china, ma il tempo è scaduto» hanno scritto le associazioni di categoria aderenti al manifesto di Confindustria.
Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, «l’ulteriore rinvio dell’approvazione del decreto sviluppo dimostra che Berlusconi non sa cosa fare e lavora soltanto a un’ennesima operazione propagandistica» Per Italo Bocchino, vicepresidente Fli, «Berlusconi continua a ignorare il problema, così come ha fatto con la lettera della Bce. L’Italia ha bisogno di un governo che faccia scelte serie e lungimiranti, anche impopolari».
«Ciascuno faccia sua parte» ha aggiunto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, manifestando apprezzamento per gli sforzi compiuti dalle imprese nel perseguire l’obiettivo comune. Ora servono urgenti riforme strutturali che stimolino la crescita: in sintesi, ora tocca alla maggioranza di governo.