Il 30% dei lavoratori italiani sceglie i fondi pensione, con una crescita anno su anno del +5,4% (nel 2014 rispetto al 2013) in termini di adesioni e del +12% sul fronte patrimoniale, per un totale di 6,5 milioni di adesioni alle forme complementari (29,4% degli occupati). A fine 2013 le attività complessivamente detenute dagli enti di previdenza dei professionisti ammontavano a 66 miliardi di euro. La scelta dei fondi pensione segue solo l’investimento immobiliare, che rimane la prima scelta per i lavoratori del Bel Paese. Nel complesso il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, pari all’8,1% del PIL ed il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie.
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Questo quanto emerso dall’analisi Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) resa nota dal presidente Francesco Massicci alla Camera dove, alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha illustrato la relazione che annualmente da 20 anni fornisce il quadro della sua attività e dell’evoluzione dei settori in cui esercita il proprio mandato istituzionale. Fondamentalmente, osserva la Covip:
“Il sistema previdenziale del nostro Paese si sta progressivamente strutturando in direzione di un modello di Welfare che vede la cooperazione di soggetti pubblici e privati nell’erogazione delle prestazioni pensionistiche”.
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Tra i dati di rilievo anche quello relativo agli effetti del protrarsi della crisi economica: 1,6 milioni di lavoratori hanno sospeso i versamenti. I fondi negoziali sono arrivati a quota 1,9 milioni di aderenti, con oltre un milione di nuove aperture. Continua a crescere l’adesione ai Piani individuali di previdenza (Pip), che hanno superato i 2,4 milioni di aderenti, e quella ai fondi aperti:
«La crescita degli aderenti al sistema (+5,4%) è il risultato dell’incremento delle adesioni individuali a Pip e fondi pensione aperti e ha riguardato tutte le categorie di lavoratori», spiega Massicci. Nel 2014, «sono stati raccolti contributi per 13 miliardi, 600 milioni in più rispetto al 2013: dei contributi versati 5,3 miliardi provengono da flussi di TFR (Trattamento di Fine Rapporto), di cui l’82% confluisce nei fondi pensione negoziali e preesistenti».
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