L’aumento IVA dal 20 al 21% previsto dalla manovra finanziaria non significherà in tutti i casi un maggiore esborso da parte del consumatori. Numerose imprese hanno deciso di accollarsi il rincaro dell’1% di IVA per non scoraggiare i consumi, e quindi la domanda di mercato, con l’aumento prezzi.
In particolare, alcune catene della grande distribuzione organizzata (GDO) e dell’abbigliamento, che si faranno carico dell’aumento IVA almeno fino a fine anno.
Esselunga, CRAI, Etruria Sma, Carrefour, Unes e Billa hanno annunciato prezzi bloccati. Tra i gruppi di abbigliamento virtuosi anche Inditex (Zara, Zara Home, Pull&Bear, Breshka, Massimo Dutti, Stradivarius e Oysho), COIN, Benetton, Stefanel e H&M.
Gli operatori telefonici, invece, seguono strategie differenti in merito al potenziale aumento prezzi. Mentre si attendono le decisioni di Wind e Tre, Vodafone ha dichiarato che qualunque eventuale adeguamento dei prezzi per i piani ricaricabili e abbonamenti verrà comunicato a tutti i clienti attraverso il sito, mentre TIM ha invece annunciato pubblicamente che per il momento lascerà i prezzi invariati.