Confindustria e sindacati hanno fotografato le emergenze dettate dalla crisi, raccolte in un documento condiviso presentato oggi al Governo. Associazioni di imprese e quelle dei lavoratori hanno proposto un piano anti-crisi, necessario per fronteggiare il precipitare degli eventi: lo spettro di una nuova crisi finanziaria si intreccia con gli strascichi di una crisi economica mai superata.
Focus su: pareggio di bilancio, costi della politica, liberalizzazioni, sblocco degli investimenti, semplificazioni e pubblica amministrazione, mercato del lavoro.
Da un lato l’incubo del deficit pubblico con conseguente aumento folle degli spread sui titoli di Stato, dall’altro la necessità di contrastare la paralisi riavviando l’economia prima che sia troppo tardi. Tutelando al contempo l’anima del Paese: imprese, lavoratori e contribuenti.
Confindustria e sindacati hanno espresso dissenso per i ritardi della politica. Per Emma Marcegaglia non si può rimandare tutto a settembre, ma stilare un piano da sottoporre alla Ue che non preveda ferie e vacanze estive: «la gravità del momento non consente pause e va affrontata con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie».
Aspre le posizioni dei sindacati. «Bisogna decidere subito su Fisco, costi della politica, Energia, municipalizzate e infrastrutture, e darsi più da fare» ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Per il segretario della Cgil Susanna Camusso, sul tavolo si sono «interventi e proposte per la crescita, da approvare tutti» anche se però non sono ancora superate tante divergenze, come quelle in materia di privatizzazioni.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (che nel suo intervento ha preferito lasciarsi andare a uno sfogo su Giustizia e intercettazioni) ha accolto il documento con la proposta di un patto condiviso, per rilanciare l’economia del Paese partendo dalle proposte avanzate.
Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi ha dunque proposto di arrivare a un ulteriore documento comune, che integri le proposte del Governo con quelle delle parti sociali e delle aziende, nel più vasto quadro di un programma di tavoli e incontri congiunti.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha invece ribadito la volontà di andare avanti con la riforma fiscale e che ha insistito sulla bozza di riforma dello Statuto dei lavoratori, per quanto non sia prevista tra le priorità evidenziate dalle parti sociali: «non è una proposta delle parti ma una provocazione del governo» secondo la Camusso.