Secondo l’Osservatorio realizzato dalla divisione specializzata in Digital & New Media di Michael Page su 12mila candidati, nel settore digitale l’occupazione sale fino al +30%, con stipendi in crescita, fino a 100mila euro per i manager di Internet. L’indagine ha registrato un’offerta di lavoro per le professioni digitali superiore alla domanda e più in particolare nel corso del 2015 ad essere particolarmente ricercati saranno i programmatic buying manager, figura in crescita di circa il +30%. A guidare i trend degli annunci di lavoro in Italia e dei salari nel settore digitale, è la crescente digitalizzazione delle attività aziendali e dall’innovazione tecnologica.
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Andrea Policardi manager e responsabile della divisione Digital & New Media di Michael Page, spiega:
«Il trend occupazionale per le professioni digitali ha registrato una crescita tra il 20% e il 27% anno su anno, a seconda della figura richiesta, con picchi che arrivano al 30% per la figura del programmatic buying manager. Gli stipendi partono da un minimo di 40 mila euro annui lordi e possono raggiungere i 100 mila euro per chi ha oltre 12 anni di esperienza».
Si tratta di un settore, quello digitale, molto volubile. Una caratteristica entrinseca che comporta, per gli addetti ai lavori, la necessità di essere costantemente aggiornati:
«Per le figure più promettenti – continua Policardi – le società possono offrire formazione interna e anche esperienze all’estero di media o lunga durata, soprattutto in Inghilterra o Stati Uniti. Le aziende hanno iniziato sempre più a utilizzare internet come canale di vendita, in sinergia con i canali più tradizionali. Per questo motivo si assiste al boom di richieste di queste professioni. Il loro peso è ancora basso sul mercato occupazionale, ma il trend di crescita è evidente».
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I profili più ricercati sono:
- il programmatic buying manager, professione digitale emergente più richiesta. È colui che si occupa della pianificazione pubblicitaria ad “audience” finalizzata all’individuare e acquisire un target ben definito di utenti, ottimizzando il budget a disposizione delle aziende;
- l’e-Commerce manager, ovvero il responsabile del canale di vendita online;
- il web marketing manager, il responsabile dello sviluppo delle strategie di marketing sui nuovi media;
- il SEO/SEM manager, colui che definisce le strategie e le attività dirette a migliorare il posizionamento del sito internet aziendale sui motori di ricerca;
- il Chief Technology Officer (CTO), il manager esperto di tecnologie i cui obiettivo è quello di individuare le migliori tecnologie adatte all’azienda per garantirne l’efficienza e l’operatività.
Da sottolineare che per quanto riguarda il programmatic buying manager si registra un’offerta decisamente più bassa della domanda. Fattore che spiega il perché di un livello di retribuzione ad un valore più alto rispetto ai livelli di mercato (+ 30/40% sulla RAL media) e delle ottime prospettive di carriera. Le aziende però faticano a trovare candidati con le giuste caratteristiche tecniche e di business: dimestichezza con tutte quelle piattaforme coinvolte nella filiera, dalle SSP/DSP agli Ad-Exchange oltre che nella gestione e manipolazione di database di dati; conoscenza dei principali criteri di monetizzazione e delle condizioni di mercato; forte passione per la tecnologia e l’innovazione. Il risultato è che sempre più spesso le aziende si sranno trovando costrette a reperire le risorse all’estero dove questo tipo di competenze hanno già conosciuto uno sviluppo significativo.