Il Rapporto ISTAT 2011 dipinge un quadro lavorativo italiano problematico, dove un giovane impiega 3-5 anni di lavoro per riuscire a guadagnare 1.000 euro e dove permane una forte disparità di genere tra retribuzioni maschili e femminili.
In Italia le donne guadagnano in media l’80% dello stipendio dei colleghi uomini (1.131 euro mensili contro 1.407 euro).
Il lato positivo in questo senso, è che le salari femminili hanno evidenziato una maggiore crescita, passando da 1.080 a 1.131 euro (+4,7%), mentre quelle degli uomini sono passate da 1.361 a 1.407 euro mensili (+3,7%).
In generale, la situazione economica italiana non contribuisce comunque alla crescita dei salari che, rispetto alla rilevazione di aprile ha segnato solo un +0,1%, con un incremento annuale dell’1,8%. In altre parole il rialzo tendenziale delle retribuzioni non ha seguito quello dei prezzi al consumo. Non solo: a spiccare è la consueta disparità di genere.
Dal punto di vista dei settori, i comparti con maggiore incremento sono: tessile, abbigliamento e lavorazione pelli (4,1%), estrazione minerali e militare-difesa (4,0% in ambedue i casi), agricoltura (3,8%), energia e petroli e forze dell’ordine (per entrambi 3,7%).
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