«La ripresa in Italia resta anemica» con queste parole Confindustria descrive la situazione nel Paese sulla base dell’analisi del proprio Centro Studi. Risultati deludenti per il Made in Italy: «il PIL ristagna assieme alla produzione industriale». Nel primo trimestre 2011 l’indice era fermo allo 0,1% mentre nell’Eurozona la media era dello 0,8%.
Imprese e consumatori sono consapevoli di questo non incoraggiante, lo dimostra la fiducia in calo. L’incertezza economica «incide su prospettive e bilanci».
PIL e produzione industriale stagnanti influiscono sui consumi, «resi cauti dai timori di disoccupazione, con una Cig che ha smesso di sgonfiarsi; gli investimenti sono scoraggiati da margini di profitto che, già bassi nel confronto internazionale, sono stati ulteriormente erosi dall’aumento delle quotazioni delle commodity e del costo del lavoro per unità di prodotto».
Un quadro diverso da quello sul fronte internazionale, dove si registra una ripresa solida, nonostante i rallentamenti e i “fattori frenanti” come l’impatto del terremoto in Giappone, i “rincari delle materie prime”, le “strette monetarie nei paesi emergenti” e la correzione dei deficit pubblici si facciano sentire a livello globale.
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