Un nuovo emendamento alla Legge di Stabilità 2015 impone un tetto massimo alle pensioni d’oro, andando a modificare le disposizioni della Riforma delle Pensioni Fornero (Legge 214/2011). L’iniziativa è volta a risolvere il problema della misteriosa scomparsa della clausola che stabiliva un tetto massimo per l’assegno rispetto al valore dell’ultimo stipendio, o meglio impediva ai lavoratori in servizio fino ai 75 anni di percepire un assegno superiore all’80% dell’ultimo stipendio, anche con 40 anni di contributi. Una piccola dimenticanza che costerebbe allo Stato 2,6 miliardi di euro in 10 anni e vedrebbe coinvolti 160.000 pensionati d’oro.
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Emendamento al Ddl Stabilità
Per questo il Governo ha deciso di presentare l’emendamento al Ddl Stabilità sulle pensioni d’oro, già autorizzato dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. La proposta dovrebbe arrivare a breve in Commissione Bilancio alla Camera e prevede il ripristino all’interno della Riforma delle Pensioni Fornero della clausola di salvaguardia che fissava un tetto alle pensioni più ricche disponendo che dal 1° gennaio 2012 i nuovi contributi dei dipendenti per i quali il calcolo della pensione fosse stato effettuato tutto col vecchio sistema retributivo, perché avevano già più di 18 anni di anzianità al momento della Riforma delle Pensioni Dini del 1995, dovessero essere calcolati con il sistema contributivo.
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L’art. 24 della Legge 214/2011 stabiliva quindi che, a partire dal primo gennaio 2012, i lavoratori che pur avendo raggiunto i 40 anni di anzianità avessero deciso di rimanere in servizio fino ai 70 o ai 75 anni, avrebbero percepito una pensione non superiore all’80% del valore dell’ultimo stipendio.