La Rete degli Esodati insiste: sono migliaia i lavoratori non tutelati dalle sei salvaguardie, serve un nuovo provvedimento per risolvere il caso. E con una lettera alla senatrice PD, Annamaria Parente, esprime dissenso rispetto alla posizione espressa in commissione a Palazzo Madama in base alla quale il caso è sostanzialmente chiuso. Prosegue insomma il botta e risposta a distanza fra Esodati e istituzioni sulla necessità di una nuova salvaguardia.
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La protesta dell’organismo che raccoglie 15 comitati di esodati si rivolge contro le affermazioni di Parente: fuori solo «dei casi individuali per i quali la sottocommissione si è impegnata a fare un censimento tramite delle schede che saranno disponibili sul suo sito». La stessa posizione era stata espressa in audizione al Senato dai vertici INPS. Ma, argomentano gli Esodati, questa
«non è la realtà dei fatti: non rimangono solo dei casi individuali esclusi, ma esistono ancora decine di migliaia di Esodati non ricompresi nelle varie salvaguardie a causa di tutte le condizioni restrittive poste nei vari decreti attuativi, stilati col solo fine di riportare i numeri dei derogati alle coperture finanziarie di volta in volta messe a disposizione».
A sostegno di questa posizione citano i numeri forniti dalla stessa INPS con due tabelle illustrate in Commissione Lavoro il 15 ottobre in risposta a un’interrogazione, che indicano circa 50mila esodati non salvaguardati. La Rete degli Esodati chiede un incontro alla commissione e insiste con la richiesta di una nuova salvaguardia che risolve tutti i casi pendenti con la Legge di Stabilità.
Ricordiamo che intanto sono aperti i termini per la presentazione delle domande per accedere alla sesta salvaguardia esodati, che tutela 32.100 posizioni: le richieste alle DTL, direzioni territoriali del lavoro, vanno presentate entro il prossimo 5 gennaio 2015.