Facebook in ufficio è causa di “assenteismo virtuale”

di Tullio Matteo Fanti

29 Marzo 2011 16:50

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Troppo tempo sui social network durante le ore di lavoro può portare ad una violazione disciplinare che prende il nome di "assenteismo virtuale". Attenzione quindi all'utilizzo di Facebook in ufficio

Più svantaggi o benefici derivanti dall’utilizzo di Facebook e altri social media sul luogo di lavoro? Al di là di tutte le considerazioni, trascorrere troppo ore sui social network durante il lavoro può portare a una violazione disciplinare concreta, ribattezzata “assenteismo virtuale“.

Un lavoratore che spreca tempo in attività “sociali” durante l’orario di lavoro si può definire inadempiente e subire ripercussioni disciplinari più o meno gravi, stabilite in base al tempo sottratto al lavoro, alla frequenza d’uso dei social network e altre circostanze del caso.

La Cassazione ha più volte sottolineato che il diritto di critica del lavoratore dipendente è limitato da obblighi di collaborazione e di fedeltà, e Facebook deve essere considerato per sua natura un ambiente pubblico o quantomeno semi-pubblico. Secondo quanto ricordato dal Sole 24 Ore, quindi, sanzioni (anche pesanti) sono previste per chi contribuisce alla diffusione di commenti negativi sul proprio datore di lavoro o di informazioni riservate sull’attività aziendale.

D’altro canto, non si può usare Facebook per accedere a informazioni personali su candidati e assunti. Nonostante si tratti di dati che si è scelto di condividere, l’articolo 8 dello Statuto dei Lavoratori «vieta qualsiasi indagine, anche pre-assuntiva, non solo sulle opinioni del lavoratore, ma anche su qualsiasi fatto che non sia rilevante ai fini della valutazione dell’attitudine professionale».

Per limitare i danni ad aziende e dipendenti, i datori di lavoro possono “razionalizzare”l’accesso ai social network o impedirne l’uso. Secondo il Garante della Privacy si tratta di metodi entrambi legittimi; tuttavia, il secondo appare preferibile in quanto eviterebbe controlli ed interventi che potrebbero invadere la privacy dei dipendenti.

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