Attuare il riordino dei contratti di assunzione e riformare lo Statuto dei Lavoratori modificando l’Articolo 18 in materia di licenziamenti nelle aziende sopra i 15 addetti: è quanto previsto dal Ddl Delega Lavoro, in discussione in Commissione al Senato dal 4 settembre, probabilmente in Aula entro il 18 del mese. Il disegno di legge costituisce nuovo passo avanti nella realizzazione del Jobs Act del governo Renzi, che ha già riformato contratti a termine e apprendistato.
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Contratto unico
La Riforma del Lavoro Renzi prevede l’introduzione, eventualmente in via sperimentale, di un contratto unico a tutele crescenti, per i primi tre anni non coperto dalle tutele dell’Articolo 18. Significa che le imprese possono licenziare entro tre anni dall’assunzione a tempo indeterminato, indipendente dalla propria dimensione. Trascorso il triennio, nelle imprese con più di 15 dipendenti scatterebbe la consueta tutela contro il licenziamento (con reintegro in azienda se illegittimo).
Sulle modalità di applicazione della tutela crescente il dibattito è particolarmente vivace: escluso il Pd, il resto della maggioranza vorrebbero abolire il reintegro e prevedere una indennità sostitutiva, più alta con l’aumentare dell’anzianità aziendale.
La parte su cui sembra ci sia accordo è la defiscalizzazione di questo contratto rispetto alle altre formule, in modo da renderlo appetibile per le imprese rispetto ai contratti più flessibili (che diventerebbero quindi più onerosi). La discussione prosegue spedita anche altri punti.
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Novità dell’ultima ora è un emendamento in materia di ferie: nei limiti dei massimali previsti, ne consente lo scambio tra colleghi. In pratica, diventerebbe possibile smaltire le ferie non godute scambiandole con un collega (per motivi specifici, come la cura di figli affetti da patologie gravi). Un esempio di flessibilità a costo zero per l’azienda mutuata dalla Francia.