Obbligati gli ultimi dati ISTAT sulle pensioni degli italiani, ancora una volta il Rapporto intitolato “Trattamenti pensionistici e beneficiari: un’analisi di genere” conferma il divario uomo donna: oltre la metà (52%) delle donne prende meno di 1.000 euro al mese, contro un terzo dei colleghi maschi. Al contrario il numero di uomini con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000 euro è pari a 178 mila, ovvero cinque volte quello delle donne (33 mila). Una situazione che rispecchia le sensibili differenze retributive tra lavoratrici e lavoratori nel nostro Paese.
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In media le donne percepiscono un importo annuo di 8.965 euro, che rappresenta il 60,9% di quello medio degli uomini, pari a 14.728 euro. Eppure le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati (8,8 milioni su un totale di 16,6 milioni), con un tasso di pensionamento (rapporto tra numero di pensioni e popolazione residente) pari al 43,1% tra le donne contro il 35,6% degli uomini, ma percepiscono solo il 44% del totale erogato (271 miliardi di euro nel 2012).
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A livello territoriale il gap è più accentuato nelle regioni del Nord (con Liguria, Lazio e Lombardia in testa), sia con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni sia in relazione al reddito pensionistico dei beneficiari. In generale in Italia ci sono 90,2 pensionate ogni 100 lavoratrici, contro i 56,5 pensionati ogni 100 lavoratori.
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In totale nel 2012 sono stati erogati 23.577.983 assegni previdenziali, dei quali il 56,3% è andato a donne e il 43,7% a uomini. Questo dato fa sì che il divario economico di genere si riduca al 42,9% se calcolato sul reddito pensionistico (13.569 per le donne, contro i 19.395 euro degli uomini). Rispetto ai dati del passato la situazione risulta lievemente migliorata, più in particolare tra il 2002 e il 2008 il divario di genere è aumentato del +2,1%, poi invece a partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione anche se i livelli di disuguaglianza sono comunque rimasti superiori a quelli del 2004.