Dalla conferenza stampa convocata pochi giorni dai vertici della Camera di Commercio di Messina, in collaborazione con le organizzazioni sindacali Cgil Fp, Cisl Fp e Uil-Fpl e l’Associazione dei pensionati, sono emerse non poche preoccupazioni relative alle possibili conseguenze sul personale e i pensionati delle nuove misure annunciate dal Governo Renzi.
=> Camere di Commercio a rischio abolizione
Taglio diritto camerale
Si parla della riduzione del diritto camerale annuale del 50%, un taglio di risorse che non consentirebbe di versare gli stipendi ai 426 dipendenti camerali e ai 648 pensionati dell’Ente, come anche di mantenere in attività 80 precari e 14 dipendenti delle Aziende speciali di Messina, Agrigento e Trapani.
«Nella nostra provincia, il dimezzamento del diritto camerale comporterebbe un risparmio annuo per le imprese di poco più di 50 euro – afferma il segretario generale della Camera di Commercio, Vincenzo Musmeci – un risparmio assolutamente insignificante che, però, metterebbe il sistema camerale e l’intero territorio in ginocchio. Questa non è una riforma, ma un provvedimento che annulla il significato stesso della Camera di Commercio che, pur con grandi difficoltà, dovute anche all’improprio ruolo di ente previdenziale per i propri dipendenti, assiste le imprese siciliane nelle loro attività economiche, distinguendosi tra le altre pubbliche amministrazioni, anche a livello nazionale, per efficienza, efficacia ed economicità dei servizi resi all’utenza.»
Possibili soluzioni
È sempre Musmeci ad auspicare un intervento della Regione per “mettere in sicurezza” il patrimonio delle Camere di Commercio attraverso la realizzazione di un Fondo unico di quiescenza per i dipendenti e di un Fondo pensione unico.